Il presepe in tribunale
15 dicembre 2014
Anche in Francia si dibatte sulla presenza dei presepi nei luoghi pubblici
Stavolta non sono i crocifissi nelle scuole o i burqa sul posto di lavoro a far discutere, bensì i presepi negli edifici pubblici. In Francia divampa il dibattito intorno alla questione se la presenza dei presepi costituisca o meno una violazione del principio della separazione tra chiesa e stato. Alcuni ritengono che esso non ponga nessun problema, altri sono contrari all'allestimento di presepi - identificati come simboli della fede cristiana - nei luoghi pubblici e si appellano alla giustizia.
“Battaglia giuridica per i presepi”, ha titolato Le Figaro, ritenendo che in Francia si sia aperta una vera e propria “guerra dei presepi”. Alcune organizzazioni di liberi pensatori hanno sporto denuncia ritenendo che la stalla di Betlemme e le figurine di gesso sarebbe in contrasto con la laicità della repubblica.
Due sono i casi che stanno facendo notizia. A Nantes un tribunale ha proibito al consiglio generale del distretto francese della Vandea di allestire presepi nei luoghi pubblici. Mentre a Béziers, in Linguadoca-Rossiglione, è un presepe situato nell’atrio dell’edificio del sindaco Robert Ménard a costituire il bersaglio della critica. In entrambi i casi, gli oppositori si appellano a una legge, risalente al 1905, che prescrive una netta divisione, nella Francia repubblicana, tra stato e chiesa.
Nessuno dei due fronti vuole cedere, e dunque non è escluso che la vicenda finisca per dover essere risolta in tribunale. Nel frattempo è intervenuto anche l'organo consultivo del capo di governo sulle questioni della laicità, ponendo l’accento sul significato culturale e storico dei presepi e cercando di smorzare i toni del confronto. Anche molti esponenti politici, sia di destra che di sinistra, si sono espressi in toni concilianti. La questione dei presepi, ha detto il capo di governo socialista Manuel Valls, "non dovrebbe essere un motivo di divisione”, e ha ricordato che ci sarebbero cose ben più importanti su cui discutere. “È un peccato che si stia creando una guerra, soprattutto per una questione legata al Natale”, ha detto, dal canto suo, la conservatrice Nathalie Kosciusko-Morizet. Chissà che cosa avranno da aggiungere i tribunali al riguardo? Voceevangelica.ch