La Svizzera aumenta gli aiuti umanitari invernali per Siria e Iraq
05 dicembre 2014
720.000 franchi dall’Aiuto protestante svizzero per il campo profughi di Shatila, in Libano
La fredda stagione incombe e minaccia le popolazioni già martoriate dalla crisi in Siria e Iraq: gli enti assistenziali elvetici hanno quindi deciso di aumentare le forniture di aiuti umanitari per superare il rigore dell'inverno.
Caritas ha annunciato oggi di aver stanziato ulteriori 800.000 franchi per soccorsi d'emergenza nella regione di Erbil e Dahuk, nel Kurdistan iracheno. I fondi serviranno ad aiutare circa 25.000 sfollati di guerra nel nord dell'Iraq: persone che vivono al di fuori dei campi profughi ufficiali, in case abbandonate o in tende di fortuna. A queste persone Caritas fornirà per un anno beni di prima necessita, quali cibo, articoli per l'igiene intima e preparati multi vitaminici.
Forniture analoghe sono garantite dal primo gennaio fino a fine maggio 2015 ai profughi siriani in Libano dalla Croce Rossa svizzera, che per questo scopo ha sbloccato ulteriori 850.000 franchi.
La Catena della solidarietà sostiene diversi progetti invernali nella regione. 200.000 franchi sono andati a Terre des Hommes-aiuto all'infanzia per le loro attività in Iraq, mentre mezzo miliardo di franchi sono destinati a Medici senza frontiere (Msf), che gestisce un campo profughi a Dahuk, dove si occupa delle cure mediche dei rifugiati siriani. La Catena della solidarietà finanzia anche due progetti in favore dei profughi siriani in Libano, ai quali ha versato complessivamente ulteriori 550.000 franchi.
Anche l'aiuto protestante svizzero (Heks/Eper) ha stanziato ulteriori 720.000 franchi per un programma di sostegno alle famiglie siriane nel campo profughi palestinese di Shatila, presso la capitale libanese Beirut.
La situazione nella regione è disperata e peggiorerà con l'arrivo dell'inverno. A ciò si aggiunga il fatto che lunedì il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam) ha annunciato di essere stato costretto a sospendere il vitale programma di buoni alimentari ad oltre 1,7 milioni di rifugiati siriani nei paesi limitrofi alla Siria, a causa di una mancanza di fondi.