Giustizia per gli studenti scomparsi in Messico
07 novembre 2014
I Movimenti cristiani studenti si mobilitano a livello locale e mondiale
Il movimento cristiano studenti del Messico (Mscm) e la Federazione mondiale degli studenti cristiani dell’America Latina e dei Caraibi (Wscf-Lac) hanno invitato le chiese, gli organismi ecumenici e la comunità internazionale a sostenere le famiglie di 43 studenti provenienti da Ayotzinapa, scomparsi a seguito di una protesta studentesca a Iguala, Messico, la sera del 26 settembre scorso.
Attraverso la campagna «Noi siamo tutti di Ayotzinapa», il Mscm e la Wscf-Lac – organizzazioni ecumeniche partner del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) – chiedono che sia data visibilità al caso degli studenti messicani scomparsi, sensibilizzando contemporaneamente l’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani che avvengono in Messico. La campagna sostiene che il caso degli studenti scomparsi non sia isolato, ma sia parte di un quadro più ampio nel quale la polizia di Stato è coinvolta nella violazione dei diritti umani.
Alcuni testimoni riferiscono di aver visto gli studenti della scuola di formazione degli insegnanti di Ayotzinapa, mentre venivano caricati sui furgoni della polizia il giorno della loro scomparsa. La campagna di solidarietà ecumenica promossa dagli studenti della regione chiede che sul caso sia condotta una seria indagine. Rientrano nella campagna: l’invito a firmare online una petizione indirizzata al presidente messicano Enrique Peña Nieto; l’invio di lettere alle ambasciate messicane presenti in tutto il mondo; l’avvio di azioni di advocacy sui social media.
«Stiamo inviando un messaggio alla comunità internazionale ispirato dalla nostra fede in Dio che ci chiama alla giustizia. Facciamo appello a tutti di essere attenti ai “segni dei tempi” e di agire in modo tempestivo e pertinente alla richiesta di giustizia e di pace da parte del Dio della vita», si legge in una dichiarazione del Wscf-Lac.
Sulla vicenda, lo scorso 26 ottobre è intervenuta anche la Comunione messicana delle Chiese riformate e presbiteriane (Cmirp), che ha dichiarato: «Ci uniamo alle molte voci che si stanno levando nella nostra nazione e in tutto il mondo per dire: “sono stati presi vivi, li vogliamo indietro vivi!”».
Solidarietà è stata espressa anche da Carla Khijoyan, responsabile del programma Cec per l’impegno giovanile nel movimento ecumenico, che ha detto: «È con grande preoccupazione che seguiamo le notizie relative agli studenti scomparsi in Messico. Ci uniamo alla voce dei movimenti giovanili cristiani, a livello locale e mondiale, nel chiedere giustizia per gli studenti scomparsi di Ayotzinapa. È responsabilità dello Stato messicano garantire la sicurezza e il ritorno sicuro di questi giovani studenti alle loro case. Speriamo che il governo vorrà ascoltare le nostre suppliche».