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Quattro serate per parlare di migrazioni forzate

Gli appuntamenti della rassegna Altrove Qui, organizzati dalla Diaconi Valdese al Blancio Ristopub

Tre proiezioni in un locale della val Pellice, il Blancio Ristopub, per raccontare e discutere di migrazioni forzate. La proposta, dal titolo Altrove Qui, arriva dall'equipe della Diaconia valdese che gestisce nel pinerolese i progetti Sprar. Primo appuntamento questa sera alle 21 con la proiezione di Come un uomo sulla terra di Andrea Segre e Dagmawi Yimer e poi martedì 11 con Il sangue verde di Andrea Segre e martedì 18 con La terra che connette, progetto e serie web di Andrea Fenoglio.

Le tre serate saranno in qualche modo propedeutiche ad un incontro che si terrà il 28 novembre nella Sala consigliare del Comune di Torre Pellice, in cui verrà presentato il progetto Sprar alla popolazione. Incontro che vedrà la partecipazione del centro Frantz Fanon di Torino, della'Associazione Mosaico – Azioni per i rifugiati e dell'assessore regionale Monica Cerutti.

«Abbiamo deciso di far precedere la serata di presentazione del progetto da tre occasioni di dibattito e sensibilizzazione in un locale frequentato dai giovani della valle» ci racconta Debora Boaglio, operatrice del progetto. Serate di «preparazione e stimolo sulle migrazioni forzate» organizzate in un luogo che in questi mesi anche i rifugiati ospitati dalla Diaconia valdese hanno iniziato a frequentare. Si cerca, insomma, di creare occasioni di conoscenza nella normalità.

E in effetti alcuni segnali dal territorio sembrano cominciare a emergere. Tre ragazzi hanno iniziato ad allenarsi insieme ad una squadra di calcio amatoriale di Torre Pellice, mentre in val Chisone il Gas di Perrero organizza ogni 15 giorni una serata di scambio culinario e l'Associazione La Perosina un torneo di calciobalilla con i richiedenti asilo. «Occasioni di scambio importanti» dice Diego Mometti, operatore del progetto in val Chisone. «Il 24 ottobre abbiamo organizzato una serata informativa che ha avuto una discreta partecipazione». Piccoli segnali da coltivare e far crescere per vincere le diffidenze e le paura della convivenza del Qui e dell'Altrove.

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