Donne e cristiani i più a rischio in Iran
28 ottobre 2014
Secondo un rapporto Onu le loro condizioni sono peggiorate dall’elezione di Rohani
Viene reso noto oggi l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla situazione del rispetto dei diritti umani nel mondo, con un focus particolare sulla questione iraniana, nazione tragicamente tornata sulle prime pagine dei giornali in questi giorni per l’efferata impiccagione di Reyhaneh Jabbari, uccisa sabato scorso perché riconosciuta colpevole di aver assassinato l’uomo che stava tentando di stuprarla. Ma notizie come questa sono la punta di un iceberg di una situazione ormai drammatica nel Paese: da luglio 2013 a luglio 2014 sarebbero almeno 852 le persone giustiziate in Iran, numero in crescita esponenziale (erano 580 nel 2012). Sotto la presidenza di Hassan Rohani, insediatosi nel luglio dello scorso anno , sono le donne ed i cristiani ad aver visto peggiorare in maniera più significativa le proprie condizioni di vita.
Almeno 49 protestanti, pentecostali e presbiteriani in primis, sono attualmente in carcere, accusati soprattutto di aver creato sorta di chiese informali presso le proprie abitazioni, diventate luogo di riunioni e preghiere per i fedeli. Le chiese subiscono continui controlli e chiusure, così come la comunicazione via web della comunità cristiana è praticamente resa impossibile.
Situazione analoga per il sesso femminile: le nuove norme consentono di dare in sposa bambine di nove anni, e prevedono la possibilità di rapporti sessuali non consensuali all’interno del matrimonio. Lo stupro di Stato legittimato insomma. Sono stati posti nuovi limiti al numero di studentesse che possono iscriversi agli istituti scolastici superiori, riducendo la loro fetta di rappresentatività. Per le donne non sposate infine è pressoché impossibile accedere a qualsivoglia lavoro o attività.
Su una popolazione di oltre 80 milioni di persone, i cristiani rappresentano probabilmente meno dell’uno per cento. Sarebbero circa 270 mila i cristiani censiti in Iran nel 2010, di questi 66 mila i protestanti. Vi sarebbe inoltre un certo numero di nuovi cristiani provenienti dall’islamismo: difficile stimarli, costretti a subire angustie se possibile ancora peggiori. Il numero di questi ultimi si stima in oltre 300 mila persone.