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Lavorare insieme per lavorare meglio

Il coworking si sta diffondendo anche nel pinerolese.
Di Matteo De Fazio e Samuele Revel

Pochi conoscono che cosa sia il coworking. Si tratta della condivisione dello spazio lavorativo o di progetti e prospettive, per risparmiare e eventualmente far nascere idee nuove. In realtà, non c’è di questo modo di lavorare una definizione precisa, perché «soprattutto in Italia, ne stanno nascendo di diverso tipo», ci racconta il lusernese Ronal Mirabile, grafico e illustratore free lance, che da qualche anno ha avviato un’indagine tra i professionisti di vari settori per capire le reali necessità di uno spazio di lavoro condiviso nel Pinerolese.

Una realtà simile è già presente, per esempio, a Bricherasio: «Abbiamo iniziato in otto persone – ci spiega la grafica Elisa Cerini dello spazio Lab V, coworking nel centro commerciale Europa – e poi siamo scesi a quattro. L’idea è buona, risparmiare sulle spese fisse (ad esempio telefono, Internet, affitti, utenze) e avere a disposizione un grande spazio lavorativo comune: il nostro è di 100 metri quadri». Il coworking però, è anche altro: è una realtà che offre momenti di formazione, che organizza degli eventi utili ai suoi associati, e che soprattutto crea il terreno fertile per formare una vera e propria comunità di professionisti; un luogo che sia un brodo di coltura per nuovi progetti e nuove idee, per nuove collaborazioni e, perché no, nuove piccole imprese. «Qui, un gruppo di persone, grafici, creatori di siti web, giornalisti, agenti di pubblicità, si è messo insieme per dividere le spese – continua Cerini –, ma senza un regolamento chiaro e preciso, la gestione è difficile».

L’ideale sarebbe «una via di mezzo tra la condivisione di spazi di lavoro d’ufficio, il coworking puro, e la condivisione di spazi per il lavoro di artigianato – dice ancora Mirabile –: ci si potrebbe ispirare al FabLab di Torino, in cui la costruzione e la creazione siano facilitate da strumenti che il servizio offre». Una delle possibili ricette per il Pinerolese potrebbe essere proprio questa. La riflessione sul coworking non coinvolge solo i professionisti, ma anche altre realtà. La Cooperativa «Intessere», Onlus che opera in ambito socioassistenziale e educativo, sta progettando un nuovo spazio in val Pellice: «Proprio in questi giorni – ci spiega Stefano Gnone – ci stiamo confrontando con il Comune di Torre Pellice per trovare una sede adatta. La nostra idea è quella di offrire uno spazio di lavoro e riunioni, e un domani anche delle consulenze, delle linee guida, dei consigli per intraprendere varie attività artigiane a chi fosse interessato. Sul coworking abbiamo già avuto diversi segnali incoraggianti da professionisti che valuterebbero positivamente un’iniziativa del genere».

Foto copertina: "Changee3F" di Crazywolf078 - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.

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