«L’importante è pregare insieme»
30 giugno 2017
Rimandata a Pasqua l’adozione del nuovo Padre Nostro della chiesa cattolica francofona svizzera, per permettere anche alle altre chiese cristiane di farla propria, in un’ottica ecumenica
Avrebbe dovuto entrare in vigore nelle chiese cattoliche francofone durante la prima domenica d’Avvento, il prossimo 3 dicembre, la nuova traduzione del Padre Nostro.
Ma in Svizzera questo aveva suscitato non poche polemiche, ancor più che per i risvolti teologici della nuova versione, per il fatto che le chiese protestanti non erano state coinvolte.
Ne avevamo parlato qui. Non si trattava tanto di dare un «imprimatur protestante» al testo, quanto di partecipare in modo ecumenico al suo processo, in quanto come ha scritto la Feps (Federazione delle chiese protestanti svizzere) sul suo sito web, «l’importante è pregare insieme». Ci si sarebbe trovati di fronte al fatto di avere testi diversi: quello usato nelle chiese protestanti, ortodosse e vetero-cattoliche, e quello usato nelle chiese cattoliche, nelle celebrazioni ecumeniche o nelle famiglie interconfessionali. Queste ultime sono molto numerose in Svizzera, ricorda la Feps, dove il processo ecumenico è piuttosto avanzato. Infatti fin dal 1966, con l’entrata in vigore di una traduzione ecumenica della Bibbia, i cristiani francofoni rivolgono a Dio la medesima preghiera.
Proprio in virtù di questo sviluppato spirito ecumenico, era essenziale procedere insieme, eper preservarlo, la Conferenza episcopale elvetica ha approvato di rimandare l’entrata in vigore del testo alla prossima Pasqua: «in questo modo le altre chiese cristiane svizzere francofone potranno consultare i propri organi decisionali, nella speranza di trovarsi d’accordo su questa modifica del testo. In uno spirito di comunione ecumenica, le tre chiese nazionali svizzere potrebbero così introdurre insieme questa nuova versione nella loro liturgia».
Diversi esponenti religiosi si sono pronunciati a favore della decisione: da Xavier Paillard, presidente della Conferenza delle chiese riformate della Svizzera romanda, a Gottfried Locher, presidente del Consiglio della Feps al vescovo della chiesa vetero-cattolica svizzera Harald Rein, tutti interessati dalla decisione, si dicono sollevati dall’accordo trovato con la Conferenza episcopale. Ora si apre un periodo di discussione e lavoro congiunto, il prossimo appuntamento sarà a Pasqua, quando il nuovo testo potrebbe entrare nell’uso nelle varie denominazioni.
Fonte: Feps
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