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India, fermare violenze sui cristiani nei giorni di Pasqua

Vengono sollecitate azioni di controllo contro le violenze del radicalismo Indù

Celebrare in comunione la settimana santa in un clima di sicurezza e di pace. E’ quanto chiedono i cristiani in India, una piccola minoranza (circa il 2%) nell’immensa penisola che conta oltre un miliardo e duecento milioni di abitanti. Rappresentano una delle tante realtà cristiane nel mondo che stanno patendo persecuzioni e atti discriminatori, che vanno ad acuirsi nei giorni in cui si celebrano la passione e la resurrezione di Cristo. Il leader del consiglio globale delle chiese indiane (Gcic) Sajan George si è rivolto direttamente alla commissione nazionale per le minoranze per «sollecitare azioni di controllo e di pronta condanna in caso di attacchi, come quelli che purtroppo le chiese cristiane o i fedeli che le frequentano sono costretti a subire da parte dei radicalisti Indù, in una escalation preoccupante». L’Induismo è la prima religione del paese, con più di un miliardo di fedeli (oltre l’80% della popolazione), mentre i musulmani rappresentano circa il 13%, con oltre 138 milioni di seguaci che ne fanno la terza maggiore nazione islamica al mondo dopo Indonesia e Pakistan.

Foto "Taj Mahal in India". Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.

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