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Fuochi a Torino e nelle Valli Valdesi

Canti, parole, momenti di condivisione nella serata che annuncia la libertà del 1848

Potremmo dire che anche la legna era emozionata ieri sera per la prima volta del falò valdese in piazza Castello a Torino. L’accensione è risultata infatti assai difficoltosa ma non ha certo turbato il clima di gioia che si respirava attorno alla catasta che piano piano tentava di prendere fuoco.

Molta la folla presente in strada, chi incuriosito e chi felice per il momento in cui una comunità ricorda la concessione dei diritti civili e politici (correva l’anno 1848) sia diventato quest’anno un’occasione più ampia, abbracciando idealmente l’intera città, l’intero paese.

Quello che da quasi 170 anni è nelle valli valdesi del pinerolese la notte in cui le colline si illuminano dei tanti fuochi a celebrazione e memoria delle tante battaglie fatte per arrivare all'atteso traguardo del riconoscimento, è divenuto quest’anno occasione e spunto per parlare di libertà e tutela dei diritti di tutte e di tutti anche nel capoluogo sabaudo.

Le cui istituzioni hanno risposto con molta attenzione, a partire dal Comune, in particolar modo attraverso le figure dell’assessore alle pari opportunità Marco Giusta e della sindaca Chiara Appendino, autrice di un apprezzato intervento dal palco a ricordare come la libertà collettiva stia nella somma di tante libertà individuali che ognuno di noi è chiamato ogni giorno a tutelare e rinforzare.

Si sono alternate quindi le voci di rappresentanti istituzionali, religiosi (presente il presidente della comunità ebraica di Torino Dario Disegni ;a marzo sempre del 1848 toccherà all’ebraismo italiano la concessione dei diritti civili), e di molte associazioni vicine al panorama e alle sfide della Chiesa valdese (rappresentata dal pastore Paolo Ribet e dalla presidente del Concistoro della Chiesa valdese di Torino), da quelle che si occupano dei diritti Lgbt (molto intense in tal senso le parole del coordinatore del Torino Pride Alessandro Battaglia, a chi lavora fianco a fianco nell'accoglienza dei rifugiati. La musica di vari cori ha accompagnato il lento bruciare del falò fino ai saluti finali. Un arrivederci a presto, magari ad un festival delle storie e delle culture che la sindaca ha annunciato di avere come obiettivo prossimo.

Nelle immagini scattate dal fotografo Paolo Ciaberta le suggestioni di una serata ospitata da una cornice elegante e maestosa

 

 

Anche nelle valli come tradizione si sono accesi vari fuochi e qui di seguito riportiamo due foto da Luserna San Giovanni scattate dal nostro Pietro Romeo

 

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