Il pastore battista Evan Mawarire è stato arrestato all’aeroporto di Harare mercoledì 1 febbraio ed è attualmente detenuto presso la stazione di polizia centrale della capitale. Secondo quanto riferito dal suo avvocato, Harrison Nkomo, il pastore è accusato di sovvertire il governo costituzionalmente eletto.
Mawarire è leader del movimento #ThisFlag che ha denunciato, sempre in maniera nonviolenta, le condizioni economiche peggiorate in Zimbabwe, sotto il governo del presidente Robert Mugabe: la corruzione diffusa, la mancanza di servizi educativi e sanitari, l’altissimo tasso di disoccupazione (85%), e i ritardi nel pagamento dei salari pubblici.
Il movimento #ThisFlag (Questa bandiera) iniziò per caso la primavera dello scorso anno quando il pastore Mawarire postò un video su Facebook nel quale – indossando al collo la bandiera dello Zimbabwe – ricordava ai suoi concittadini il vero significato di ogni colore della bandiera nazionale. Quel video diventò virale, e il movimento #ThisFlag, cresciuto a livello nazionale, ha promosso scioperi tra i più partecipati negli ultimi anni in Zimbabwe.
Mawarire, che il luglio scorso fu arrestato per incitamento alla violenza pubblica, ma poi rilasciato, decise dopo le continue minacce di morte di fuggire con la moglie e i figli negli Stati Uniti (http://riforma.it/it/articolo/2016/09/14/sale-la-tensione-nello-zimbabwe). Era il settembre 2016.
Dopo sei mesi il pastore battista è rientrato nel suo paese, profondamente convinto che la Chiesa ha da svolgere un ruolo importante nel processo di cambiamento dello Zimbabwe. Non appena ha messo piede nell’aeroporto di Harare, Mawarire è stato arrestato e attualmente detenuto perché ritenuto pericoloso per il regime di Robert Mugabe, l’ultranovantenne presidente in carica da più di 35 anni.
Il vice direttore regionale di Amnesty International per l’Africa del Sud, Muleya Mwananyanda, in riferimento all’arresto di Mawirire, ha dichiarato: «La falsa accusa di sovversione addebitata al pastore Evan Mawarire è assolutamente ridicola e una farsa totale. Già colpito da una simile accusa l’anno scorso, è in atto un progetto di frenare il suo attivismo per i diritti umani e di punirlo per aver parlato della deteriorata situazione dei diritti umani in Zimbabwe». Amnesty International ha aggiunto che il pastore deve essere rilasciato subito «poiché è un prigioniero di coscienza arrestato solo per il pacifico esercizio dei suoi diritti».