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È convocata per il 16 gennaio prossimo l’udienza processuale, fissata dal tribunale di Mosca, udienza nel corso della quale potrebbe essere emessa una sentenza contro i testimoni di Geova in Russia. L’accusa di «estremismo», anzi di «attività estremiste» è stata rivolta al Centro amministrativo dei Testimoni di Geova in Russia nel marzo 2016. In particolare, scrive l’agenzia jw.org, obiettivo dell’accusa è la traduzione della Bibbia denominata Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.

Secondo la dott. Ekaterina Elbakjan, docente di sociologia e di psicologia dei processi sociali presso l’Accademia del lavoro e delle relazioni sociali di Mosca –scriveva jw.org nel novembre scorso – «se la corte si pronunciasse a favore dell’accusa, qualsiasi divieto relativo alla Traduzione del Nuovo Mondo sarebbe una “violazione dell’emendamento all’articolo 3 della legge federale contro l’estremismo, firmata da Putin nell’autunno del 2015”. L’emendamento all’articolo 3 afferma chiaramente: “La Bibbia, il Corano, il Tanak e il Kangiur, i loro contenuti e le citazioni tratte da essi non possono essere considerati materiale estremista».

Contro questo stato d’accusa si sono alzate numerose voci di protesta, come informa Alberto Bertone (Informazione pubblica dei Testimoni di Geova), anche in Italia: spicca per esempio l’opinione dell’avvocato Bruno Segre, giornalista e direttore del periodico L’Incontro: «Personalmente, avendo difeso nel corso di 60 anni di professione legale molti testimoni di Geova, posso dire che — pur non condividendo le loro opinioni sulla Bibbia — li ho sempre giudicati persone di altissimo livello morale, di fede rigorosa e di attivismo pacifista».

Immagine: Trasferito da en.wikipedia su Commons., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2320902

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