Da ottobre più di 750 bambini sono giunti in Regno Unito provenienti dalla famigerata “giungla” di Calais, il campo in cui migliaia di persone si accalcavano nel tentativo di sfruttare ogni stratagemma per proseguire il proprio viaggio oltre Manica. Il progetto di spostamento dei minori non accompagnati ha preso avvio dopo le critiche che da più parti sono giunte sul governo britannico, reo di un atteggiamento tiepido ed attendista in materia. Ma dopo la decisione di smantellare le baracche di Calais e di ricollocare su suolo francese i presenti, rimaneva in piedi la questione delle bambine e dei bambini soli, molti dei quali con parenti già in Inghilterra. Molte chiese hanno a loro volta rivolto pressanti appelli alla comunità britannica e internazionale per una rapida soluzione del problema, con un inverno gelido alle porte. Il ministro per l’immigrazione Robert Goodwill ha indicato alla stampa come questi arrivi siano parte di un più ampio progetto che si concreterà nelle prossime settimane. Lo scorso aprile molte polemiche si erano levate dopo il voto contrario del parlamento alla proposta di accogliere tremila ragazzi siriani non accompagnati su suolo britannico. Il voto contrario della maggioranza conservatrice, allora guidata dall’ ex premier David Cameron era stata stigmatizzata da vari attori sociali, soprattutto dai vertici delle varie chiese presenti nel paese, da quella battista a quella anglicana, a quella ebraica a molte altre. I bambini con legami familiari nel Regno Unito sono stati quindi ammessi ai sensi del regolamento di Dublino che consente il ricongiungimento. Per gli altri si sono applicati i “Dubs amendement”, regole che consentono a particolari categorie vulnerabili di trovare comunque rifugio e accoglienza.
Il processo di spostamento, secondo quanto rende noto il ministero dell’Interno inglese, è in corso ed è pianificato in collaborazione con le autorità francesi.