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La Chiesa evangelica in Marocco sempre in marcia

Concluso il sinodo: le sfide del futuro con ben salde le radici da cui proveniamo

Traduzione da cevaa.org di Claudio Geymonat.

La Chiesa evangelica in Marocco (Eeam) è stata creata nel 1907. Avviata come una cappellania militare, è stata in seguito Chiesa riformata di Francia in Marocco prima di prendere la denominazione attuale. All’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso, quando il numero di fedeli europei era oramai calato in maniera assai considerevole, nuova linfa venne dagli studenti provenienti dagli altri paesi africani all’indomani dell’apertura dell’agenzia marocchina di cooperazione internazionale.

Giovani cristiani provenienti da tutto il continente raggruppati in varie associazioni giovanili integrarono i membri di chiesa esistenti. Questo è un processo ancora in corso e le nuove dinamiche culturali, teologiche e ecclesiastiche interrogano la comunità di fede anche oggi, tanto che l’organizzazione delle sue istituzioni è stato fra i temi centrali del sinodo che si è svolto a metà novembre a Rabat.

Un sinodo che ha avuto quindi il compito di riaffermare l’identità storica riformata dell’Eeam, e di inserire questo bagaglio nell’attuale contesto di ampia famiglia dei cristiani di tutti gli orizzonti del protestantesimo in Africa.

La Chiesa evangelica in Marocco è dunque in marcia, affonda le radici nella storia e al contempo è aperta e attenta al contesto in cui si trova oggi a operare.

Con questo sinodo l’Eeam ha riaffermato la propria identità nello spirito della sua dichiarazione di fede: “Una famiglia ricreata e unita; una famiglia rialzata e corroborata; una famiglia rinnovata e accogliente; una famiglia costruita e rafforzata; una famiglia missionaria e benedetta”.

E’ stata questa anche l’occasione per un bilancio del primo anno di presidenza della pastora Karen Smith dopo le dimissioni nel 2015 del pastore Samuel Amedro.

Il tema dell’avvenire dell’Eeam è stato condotto dal pastore Jean Marie Kasongo, segretario generale della chiesa marocchina, mentre al pastore Daniel Dushimimana, inviato della Cevaa e animatore teologico dell’Eeam, è spettato il compito di inquadrare la struttura organizzativa della chiesa.

Evangelizzazione, testimonianza, diaconia, comunione fraterna sono stati i termini chiave chehanno guidato i lavori dei delegati degli 11 distretti in cui la chiesa è suddivisa nel paese. Una comunità provata quotidanamente dal grande flusso di migranti che di passaggio in Marocco vorrebbero cercare fortuna altrove. La chiesa evangelica sta cercando di essre punto di riferimento per il sostegno, il sollievo delle vicende umane di alcuni di questi giovani in fuga da guerre e carestie.

Fra gli ospiti alcuni fratelli delle chiese riformate centro europee oltre all’arcivescovo cattolico di Rabat, monsignor Vincent Lendel.

Immagine: via cevaa.org

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