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Il burqa non ha legami con il terrorismo

Le religioni devono esigere dalla politica il rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa

Fonte: Epd/Protestinter

Secondo un rapporto speciale dell’Onu, il dibattito sul divieto del burqa divide la società e nuoce essenzialmente alle donne, mentre non ci sarebbe alcun legame tra il fatto di indossarlo e gli atti terroristici. Questo è quanto afferma il relatore speciale dell’Onu sulla libertà di religione, il tedesco Heiner Bielefeldt, che si è detto contrario al divieto del burqa come misura «puramente simbolica»: «questo genere di rivendicazioni politiche genera un clima di sfiducia, spacca la società e soprattutto fa male alle donne», ha dichiarato.

Secondo Heiner Bielefeldt, che è anche un filosofo e teologo cattolico, le religioni dovrebbero esigere dalla politica un rigoroso rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa nella lotta contro la violenza e il terrorismo.

«I gruppi interreligiosi hanno anche un mandato politico – ha aggiunto Bielefeldt – il dialogo fra gli esponenti di fedi diverse è stato finora sottostimato in Germania. Tutti coloro che rifiutano la violenza in nome della religione devono affermarlo alto e forte».

Il teologo si è detto anche in disaccordo con l’assunto secondo il quale la violenza non avrebbe niente a che vedere con le religioni, che sarebbero soltanto strumentalizzate.

«La violenza per motivi religiosi non si limita assolutamente all’Islam», ha precisato Bielefeldt, che ha citato come esempi gli appelli alla “caccia agli omosessuali” lanciati dagli ecclesiastici cristiani in Africa, i gruppi terroristici ebrei in Israele, gli attacchi dei monaci buddisti contro i musulmani in Myanmar o ancora il nazionalismo hindù in India.

Immagine: By Arnesen - Woman and Children, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38723011

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