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Anche in Belgio sono questi i giorni in cui le scuole di vario ordine e grado stanno riaprendo i battenti, e le novità che gli studenti si accingono ad incontrare stanno suscitando ampio dibattito nel paese.

Dopo molti anni infatti cambia la modalità dell’insegnamento delle religioni, tema sempre caldo ad ogni latitudine, causa di dibattiti fra fautori di differenti correnti e approcci.

In terra belga dal 1958 le scuole pubbliche proponevano due ore settimanali dedicate ai corsi di religione in base alla fede di appartenenza dell’alunno: a partire da questo anno scolastico verranno sostituite da un’ora di corso di “educazione alla filosofia e alla cittadinanza” e una a scelta fra “religione e morale” o ancora una seconda di “educazione alla filosofia e alla cittadinanza”.

Il provvedimento era stato approvato dal governo già nell’ottobre del 2015, ma un’accelerazione decisa sulla sua operatività si è evidenziata a seguito degli attentati che a marzo di quest’anno hanno sconvolto la capitale Bruxelles. Ed è questa connessione, reale o presunta che sia, a far storcere il naso a chi vede in ciò una lettura emergenziale e di conseguenza parziale della questione, dettata da paure o dalla fretta di fornire comunque una risposta ai drammatici eventi vissuti in prima persona.

Ciò ha portato i responsabili delle varie comunità religiose locali a dibattere con allarme su tale cambiamento di prospettiva nell’insegnamento scolastico. A seguito dell’ennesima riunione, lo scorso 6 settembre, è stata resa nota una lettera firmata dai vari responsabili di culto, volta a manifestare preoccupazione per l’accantonamento pressoché totale del discorso religioso che andrebbe a privare le giovani e i giovani di una parte importante degli strumenti necessari alla comprensione del mondo di oggi. Nel testo sottoscritto fra gli altri dal pastore Steven Fuite, presidente dalla Chiesa protestante unita del Belgio e da Geert Lorein, presidente del sinodo federale delle Chiese protestanti e evangeliche belghe, oltre che dai vertici cattolici, ortodossi, ebraici, musulmani e anglicani, si sottolinea come “nelle nostre società, libertà di religione e libertà di espressione siano liberta fondamentali. Un corso di religione consente di conoscere meglio il contenuto della fede e fornisce criteri per approcciare la società multiculturale di oggi”.

La nuova norma è immediatamente valida per le scuole primarie, e dal 2017 verrà estesa a quelle secondarie. Anche se i leader delle varie chiese non cesseranno sicuramente di lanciare appelli per una revisione di quanto stabilito a livello governativo.

Immagine: By Jmh2o - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49747866

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