Sarà ancora una volta La Cévenole, inno composto nel 1885 dal pastore battista e musicista francese Ruben Saillens, a concludere i festeggiamenti dell' “Assembléè du Désert”, il tradizionale appuntamento che dal 1911 riunisce ogni prima domenica di settembre i protestanti francesi negli splendidi boschi di Mialet, nel massiccio delle Cévennes.
Migliaia e migliaia di fedeli da tutto il Paese giungono al gruppo di case di Mas Soubeyran, baluardo della resistenza ugonotta fra il XVII e il XVIII secolo, per assistere a conferenze e partecipare al culto all'ombra delle grandi querce.
Con il termine Dèsert si intende il periodo di forti persecuzioni subite dagli Ugonotti nel periodo compreso fra la revoca dell’editto di Nantes (1685) e la rivoluzione francese (1789). Un secolo di battaglie, repressioni, violenze, isolamento. Il deserto è anche il simbolo dell’esodo del popolo di Israele dalla Terra Promessa, traslato e associato in questo caso alle pene dei protestanti francesi.
Mialet ospita dal 1911, in quella che era la casa del capo dei “Camisard” Roland (1680-1704), anche il “Musée du Désert”ricco di reperti relativi all'epopea del protestantesimo francese, con particolare riferimento alle vicende legate alla rivolta dei popolani, contadini e artigiani, soliti indossare per l'appunto una camicia, contro le truppe reali.
Il tema dell’Assemblée 2016 lega perfettamente ricordo storico e tragiche connessioni al mondo di oggi perché si parlerà di rifugiati, il fil rouge che si dipanerà durante la giornata di domenica 4 settembre unendo passato e presente.
Dall'accoglienza offerta dalla città di Francoforte agli Ugonotti in fuga dalla Francia dopo l'editto di Nantes del 1685 alla nascita negli anni '30 del 900 della Cimade, l'associazione che da allora si occupa dei diritti dei rifugiati e migranti in Francia e nel mondo, fino ad arrivare ai giorni nostri, al dramma di milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case e la cui accoglienza è la sfida su cui si gioca il futuro dell'Europa.
Il culto alle 10.30 sarà condotto dal pastore di Bourdeaux Alain Arnoux.
Nel pomeriggio si alterneranno ai microfoni Pierre-Olivier Lechot, docente di storia moderna alla facoltà di teologia protestante di Parigi, Patrick Cabanel, direttore dell'École pratique des hautes études, Olivier Abel, professore di etica e filosofia alla facoltà protestante di Montpellier.