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600.000 “invisibili” in Europa

Consegnata ieri al Parlamento europeo una petizione per proteggere gli apolidi in Europa

Nel mondo vi sono 12 milioni di apolidi, dei quali almeno 600.000 vivono in Europa (dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati - Acnur). Si tratta di persone prive di documenti che non esistono giuridicamente, dunque, sono “invisibili”: non hanno accesso a diritti come cure mediche e istruzione, non possono sposarsi, avere la patente o un conto in banca. Molti, inoltre, si ritrovano in stato d’indigenza o costretti a dormire per strada. Non potendo regolarizzare il proprio status, gli apolidi sono esposti al rischio di subire violazioni dei propri diritti umani.

La Rete europea sull’apolidia (European Network on Statelessness) è un’associazione della società civile, che riunisce 53 organizzazioni in oltre 30 Paesi, impegnata a dare una risposta alla questione dell’apolidia in Europa. Sul sito ufficiale della Rete si legge: «Crediamo che tutti gli esseri umani abbiano diritto ad avere una nazionalità e, coloro che ne sono sprovvisti, hanno comunque diritto ad una protezione adeguata – incluso il diritto a veder regolarizzato il proprio status e a godere dei diritti fondamentali in ambito civile, economico, sociale e culturale come previsto dal diritto internazionale dei diritti umani». (www.statelessness.eu)

Un anno fa la Rete europea sull’apolidia ha lanciato una campagna pan-europea con la quale si chiede che tutti gli Stati membri ratifichino la Convenzione del 1954 relativa allo status degli apolidi entro la fine del 2014; e che tutti gli Stati Europei, che non hanno ancora una procedura di riconoscimento dell’apolidia, si impegnino ufficialmente nel corso del 2014 ad adottare le misure necessarie, al fine di introdurla entro la fine del 2016.

Ieri, 14 ottobre 2014, in concomitanza con il 60° anniversario della Convenzione del 1954, si è svolto presso il Parlamento europeo l’evento dal titolo «Proteggere le persone apolidi in Europa», nel corso del quale la Rete europea ha consegnato ai leader europei la petizione che finora è stata appoggiata da oltre 7.000 firme.

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