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Salvi i programmi religiosi svizzeri

Raggiunto l'accordo fra la radio-televisione nazionale e le redazioni dei programmi protestanti e cattolici. Mantenuta buona parte dell'offerta

Le intense negoziazioni di questi mesi fra la Radio televisione svizzera (Rts) e le redazioni di Médias-pro e Cath-Info (che da più di vent’anni producono insieme contenuti giornalistici per i media della Svizzera Romanda) sono sfociate in un atteso accordo che consente la prosecuzione delle trasmissioni a carattere religioso sul network pubblico nazionale, radio, tv e web.

Si chiude in questa maniera una querelle che si prolungava oramai dallo scorso autunno, quando i vertici di Rts avevano manifestato la necessità di ridurre il budget di spesa in vari settori, compreso quello dell'offerta di programmi religiosi. Il taglio preventivato era di circa il 50% dei 2 milioni e mezzo di franchi svizzeri spesi ogni anno per garantire la messa in onda dei culti e delle messe e per un ventaglio di programmi di analisi e approfondimento.

Nei mesi si sono fatte sentire molte voci critiche riguardo una decisione che rischiava di privare i cittadini di validi strumenti di conoscenza, proprio in un momento in cui i temi di fede, ecumenismo e di accoglienza sono una priorità inderogabile per le nostre società occidentali. A tal proposito una raccolta firme a sostegno delle redazioni di Médias-pro e Cath-Info ha raccolto in pochi mesi oltre 25 mila firme, segnale dell'attenzione del pubblico verso tali prodotti.

Anche dall'Italia, in una lettera di sostegno ai colleghi “giornalisti, produttori e registi” le testate Nev-notizie evangeliche, CultoEvangelico (Radiouno Rai), Protestantesimo (Raidue), Riforma, Confronti e Radio Beckwith Evangelica, avevano parlato di “grave miopia” della direzione della Rts: «Oggi viviamo in un mondo culturalmente e religiosamente plurale, in società sempre più complesse, dove i radicalismi e gli identitarismi sono le nuove minacce alle quali siamo tutti esposti. Di fronte a questa realtà diventa indispensabile saper parlare in modo intelligente ed equilibrato del fatto religioso. Crediamo sia proprio questa la ragion d’essere del servizio pubblico».

In un comunicato stampa congiunto le due redazioni confermano che la maggior parte dei programmi radiofonici verrà mantenuta, mentre i rimescolamenti maggiori si avranno in ambito televisivo con la fusione di alcune rubriche di approfondimento e con il netto taglio delle messe e dei culti trasmessi, che passeranno dagli attuali 30 a 20. E' allo studio la possibilità di avviare forme sperimentali di trasmissione delle cerimonie via web, riducendo i costi, ma anche gli spettatori. Da un punto di vista finanziario l'operazione porterà ad una spesa annua di 1 milione e 750 mila franchi, con un risparmio quindi del 25%, la classica via di mezzo.

Michel Kocher, direttore di Médias-Pro, dalle colonne del quotidiano elvetico Le Courrier non nasconde la soddisfazione:«Intanto sono molto felice perché tutti i posti di lavoro dovrebbero essere salvaguardati. Con questa cura dimagrante abbiamo a momento a rischio un tempo pieno e uno parziale, che però potrebbero trovare una nuova collocazione nel settore web che intendiamo potenziare. Secondo obiettivo per noi importante era di mantenere l'offerta di programmi di approfondimento, che forniscono le chiavi di lettura per l'interpretazione dei fatti attorno a noi. Purtroppo ci rammarichiamo per il taglio dei culti, che hanno subito in questi anni altri ridimensionamenti: valuteremo l'evolversi delle possibilità del mondo internet».

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