Condivisione e fraternità a Gap
30 giugno 2016
L'incontro a Gap tra le chiese protestanti di Briançon-Queyras, Alpes di Sud e la chiesa evangelica valdese di Prarostino è stata l'occasione per ribadire l'importanza dell'unione e della condivisione nelle comunità
La corale valdese di Prarostino, accompagnata dal pastore Donato Mazzarella e da alcuni membri della comunità, ha partecipato domenica 26 giugno all'incontro «Chiese in festa» a Gap, organizzato dalle due chiese protestanti di Freissinières-Briançon-Queyras e delle Alpes di Sud.
Una sorta di gemellaggio, già iniziato qualche anno fa con precedenti scambi di visita tra Italia e Francia.
Il culto è stato guidato in francese e in italiano dai pastori delle due chiese di Gap e Prarostino, Arnaud Van den Wiele e Donato Mazzarella, e animato dai canti delle corali.
Ad inizio culto ognuno è stato invitato a posare su un tavolo un oggetto: una pietra, simbolo di un peso che ci opprime, un fiore per esprimere felicità e ringraziamento, un foglio accartocciato, per liberare un fastidio della nostra anima, oppure una candela, per accendere una speranza.
La predicazione ha preso spunto con ironia dalla presenza degli “amici italiani”, cogliendo un luogo comune d'identità gastronomica (gli spaghetti per gli italiani) per farlo diventare metafora delle comunità delle chiese.
«Uno spaghetto singolo è debole, si può rompere facilmente con una semplice pressione delle dita – recitava il testo della riflessione – ma un intero pacchetto di spaghetti risulta invece molto difficile da rompere. Nelle nostre comunità ricordiamo che non siamo solo persone singole, seppur con la loro importanza e particolarità, ma siamo un gruppo, un “pacchetto di spaghetti” che più riesce ad essere unito e vicino e più riesce a far fronte, senza spezzarsi, alle difficoltà. Ecco quindi che parole come agape, convivialità, fraternità, fiducia, accoglienza, assumono dei valori importanti, anche e soprattutto nella triste attualità che viviamo ai giorni nostri. E colui che chiamiamo rifugiato, migrante, dovremmo invece iniziare a chiamarlo fratello, amico, compagno».
Particolarmente emozionante è stato, durante il culto, il momento della presentazione dei concistori delle due chiese francesi, a cui le comunità hanno imposto le mani in segno di riconoscenza del loro ministero e ringraziamento per l'impegno profuso nella chiesa.
Altrettanto particolare il momento della Cena del Signore: una grande pagnotta rotonda è stata divisa in vari pezzi, passati poi di mano in mano tra i partecipanti al culto, accompagnati da calici di vino o succo d'uva.
La giornata è proseguita con un ricco pranzo comunitario, giochi di animazione per bambini e adulti e il canto della nostra corale di Prarostino, che ha tenuto un piccolo concerto informale prima della partenza per il ritorno.