Tveit incontra Desmond Tutu
10 giugno 2016
Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) incontra il premio Nobel a Soweto, Sud Africa, dove si sta svolgendo un incontro ecumenico su pace e riconciliazione
Domani si concluderanno i lavori della Consultazione «Costruire la pace e la riconciliazione: il posto della Chiesa» che si sono aperti l’8 giugno a Soweto, area urbana della città di Johannesburg, in Sudafrica, dove i giovani protestarono nel 1976 contro l'educazione inferiore vigente nel periodo dell’apartheid.
La Consultazione, organizzata congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e dal Consiglio delle chiese del Sud Africa (Sacc), offre uno spazio protetto dove 30 rappresentanti, provenienti da paesi in conflitto o post-conflitto (Burundi, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Palestina, Sud Africa, Sud Sudan e Sudan), discutono e riflettono sulla partecipazione delle chiese nella costruzione della pace e la riconciliazione tra le chiese e nella società.
Il giorno prima dell’inizio dell’incontro ecumenico, il segretario generale del Cec, rev. Olav Fykse Tveit, è andato a Città del Capo per incontrare l’arcivescovo emerito Desmond Tutu, l’ex capo della chiesa anglicana nella provincia del Sud Africa durante il periodo del regime dell’apartheid. Mentre l’8 giugno Tveit ha visitato Robben Island e la cella dove il prigioniero 4664, Nelson Mandela, fu recluso per ben 27 anni.
Tveit e Tutu – quest’ultimo è stato il primo arcivescovo nero di Città del Capo e vescovo della Chiesa della Provincia del Sud Africa (oggi Chiesa anglicana del Sud Africa) – hanno discusso del ruolo del Cec, della situazione in Sud Africa, dove quest’anno ci saranno le importanti elezioni amministrative, dell’Africa in generale e del conflitto israelo-palestinese.
I due leader hanno discusso della situazione dei rifugiati in Sud Africa, dove circa 300.000 persone provenienti da altri paesi africani si rifugiano, ma dove anche la xenofobia si riaffaccia periodicamente, alimentando in questo periodo un sentimento anti-migranti.
«Ci hanno dato riparo quando ne avevamo bisogno nella nostra lotta», ha detto Tutu a Tveit in riferimento ai tanti paesi africani che accettarono esuli dal Sud Africa durante il tempo della lotta contro l’apartheid.
Tutu ha inoltre condiviso alcune riflessioni sul ruolo che il processo per la verità e la riconciliazione può svolgere per affrontare la risoluzione dei conflitti.
Nel 1996 Tutu fu nominato dall’allora presidente Nelson Mandela a presiedere la Commissione per la verità e la riconciliazione, tribunale straordinario istituito dopo la fine del regime dell’apartheid. Lo scopo del tribunale era quello di raccogliere la testimonianza delle vittime e dei perpetratori dei crimini commessi da entrambe le parti durante il regime, richiedere e concedere (quando possibile) il perdono per azioni svolte durante la segregazione razziale, per superarla non solo per legge ma per riconciliare realmente vittime e carnefici, oppressori ed oppressi.
Commentando il razzismo Tutu ha detto «Quello che impariamo dalla storia umana è che non impariamo dalla storia umana».
«È sempre stimolante ascoltare e parlare con Desmond Tutu. Egli porta con sé sia l’eredità sia la visione del nostro pellegrinaggio di giustizia e pace», ha affermato il segretario generale del Cec.
«La sua esperienza, la saggezza e non ultima la sua spiritualità sono un grande dono per il movimento ecumenico che lavora per l’unità dell’umanità e l’unità della Chiesa in ogni angolo del mondo».
Fonte: Cec