Nessuna prova di atti anti-cristiani nei centri di accoglienza tedeschi
31 maggio 2016
Dopo le denunce di una Ong arrivano le smentite del ministro dell'Interno
Il ministro degli interni tedesco Thomas de Maizière ha espresso la propria riserva sulle dichiarazioni, raccolte anche dalle colonne di Riforma, che denunciavano la persecuzione sistematica di cristiani nei centri tedeschi per i richiedenti asilo. L'unico caso acclarato sarebbe quello in cui una denuncia effettivamente è stata presentata, mentre nelle altre circostanze i casi non appaiono, almeno al momento, documentati.
«Non ho strumenti per affermare che siano in atto violenze o prevaricazioni, e gli operatori si spendono in ogni modo per evitare e prevenire tensioni» ha ribadito il ministro, al termine di una visita in uno di questi luoghi di rifugio.
E' stata la Ong Portes Ouvertes, vicina all'Alleanza evangelica tedesca, movimento teologico di tendenze conservatrici, a denunciare i presunti attacchi nei confronti dei fedeli cristiani ospitati nei campi, proprio a causa della propria fede.
In effetti nel corso del 2015 si sono registrati significati aumenti di episodi di violenza contro gruppi religiosi specifici, ma a esserne vittima, e non carnefici quindi, sono stati soprattutto i fedeli musulmani, date ad esempio le moltiplicazioni degli attacchi ad esempio alle moschee presenti nel Paese.
La Ong ha anche denunciato il presunto lassismo da parte delle chiese protestante e cattolica sul tema, e non si sono fatte attendere le repliche di chi in realtà opera ogni giorno nel tentativo di avviare una reale integrazione, e lamenta piuttosto il mancato coordinamento per far si che si possa far fronte al meglio alle criticità che i rifugiati, in fuga da guerra e carestie, possono incontrare.