Dal battesimo un segno visibile di fraternità ecumenica
12 maggio 2016
Valdesi e cattolici nel Pinerolese lavorano a una possibile liturgia comune
Il tema era stato discusso nel corso dell’incontro di una delegazione valdese-metodista in Vaticano lo scorso marzo. Il vescovo di Pinerolo Pier Giorgio Debernardi l’aveva indicato come un obiettivo importante: dopo il Testo comune e il relativo Testo applicativo (correva l’anno 2000) per la celebrazione dei matrimoni fra valdese e metodisti e cattolici, un altro passo sulla via di una condivisione ecumenica della vita familiare nella fede dovrebbe essere quello di una liturgia battesimale comune. Hanno lavorato a questo proposito due «sottocommissioni», che fanno capo rispettivamente alle commissioni per l’ecumenismo della diocesi di Pinerolo e del I Distretto delle chiese valdesi. Ancora una volta, quindi, l’ambito territoriale delle valli valdesi e Pinerolo (che corrispondono a una parte rilevante del territorio della diocesi pinerolese) potrebbero rappresentare l’avanguardia per una importante innovazione.
«I primi tentativi, molto coraggiosi, per una celebrazione ecumenica del battesimo risalgono alla metà degli anni ’80, ma il lavoro si era interrotto. Poi è venuta la stagione del grosso lavoro al Testo comune. Due anni fa – spiega il pastore di Torre Pellice Klaus Langeneck, fra i componenti della commissione valdese – abbiamo ritenuto che fosse necessario fare un altro passo, per elaborare il testo di una liturgia ecumenica per il battesimo dei bambini delle coppie interconfessionali. Ora a inizio settimana abbiamo presentato nel corso di un incontro allargato di sacerdoti cattolici e pastori valdesi la prima bozza che abbiamo elaborato; sono state fatte le prime osservazioni, anche critiche ma costruttive e migliorative. A questo punto per parte nostra andrà il testo sarà preso in esame fra poche settimane dalla Conferenza distrettuale [Torre Pellice, 4-5 giugno], che potrà ancora suggerire modifiche e poi ovviamente dal Sinodo. Per parte cattolica si esprimerà la Conferenza episcopale».
Che carattere ha questo testo, come ha messo insieme le diverse sensibilità confessionali?
«La liturgia che proponiamo riprende molti aspetti della liturgia valdese, che non sono altrettanto espliciti nella liturgia cattolica. Quello che ha sollevato un qualche problema è che nel testo proposto dalle nostre commissioni abbiamo introdotto in qualche modo la “benedizione dell’acqua”, che è un elemento cattolico; ma potrebbe essere trovato un altro nome: quello che ci stava a cuore era rendere la rilevante simbologia dell’acqua, perché questa, sì, accomuna tutte le chiese. Un altro elemento ancora in discussione è la collocazione di questa liturgia: se debba essere all’interno di un culto domenicale normale o meno; nella liturgia cattolica i battesimi non avvengono all’interno delle messe domenicali ma in celebrazioni apposite».
E dal punto di vista delle «formalità» ecclesiastiche?
«Ecco, un’altra questione aperta è come effettuare la registrazione del battesimo, cioè in quale chiese debba essere registrato il battesimo dei figli di una coppia interconfessionale: ci chiediamo a tal proposito se sia possibile una “doppia registrazione”, nei registri di entrambe le chiese – su questo tema, che supera oggettivamente le competenze della nostra commissione, dovremo avere altri pareri, da ricercare all’interno delle Discipline dell’Ordinamento valdese e nell’ambito del diritto canonico. Si sta discutendo anche del ruolo dei padrini e madrine: valdesi e cattolici ci siamo trovati concordi sul fatto che nella storia di fede di un bambino o di una bambina, solo raramente al giorno d’oggi queste figure hanno un ruolo effettivo».
Concludendo quale potrebbe essere un’indicazione, valida per tutti, sul battesimo di oggi e di domani?
«L’elemento su cui abbiamo insistito molto in commissione è che un battesimo di questo tipo deve essere preparato accuratamente e con consapevolezza, insieme dai due ministri, il prete e il pastore, con l’importantissimo coinvolgimento dalle famiglie proprio nella liturgia: in questo modo il battesimo può diventare un vero segno ecumenico di condivisione».