Una sinagoga non più utilizzata diventa moschea
28 aprile 2016
A Marsiglia un accordo fra le due comunità fa felici tutti
Una sinagoga oramai non più utilizzata dalla comunità ebraica. Una piccola moschea che non riesce più a contenere i fedeli, molti dei quali sono costretti a pregare in strada.
A Marsiglia le due comunità hanno siglato un accordo significativo di questi tempi, per ovviare alle reciproche necessità. La sinagoga Or Torah, che sorge in rue Saint Dominique, vicino alla stazione ferroviaria saint Charles, nei pressi del porto, nei prossimi giorni verrà venduta all'associazione musulmana Al Badr, che gestisce una piccola moschea che sorge nello stesso quartiere. Sono molte le sinagoghe nella città francese, spesso frequentate da poche decine di fedeli. La cessione rientra quindi in un progetto di riorganizzazione dei luoghi di culto alla luce anche del calo del numero di fedeli ebraici presenti in città, che rimangono comunque circa 70 mila, non certo pochi. Calo dovuto anche ad una serie di episodi di violenza che hanno spaventato la comunità, spingendo varie famiglie a spostarsi, in primis fuori dalla cosiddetta città vecchia verso quartieri periferici in cui sono sorte negli anni numerose sinagoghe, ma numerosi sono coloro che hanno scelto di cambiare città. E' di gennaio l'aggressione a colpi di machete in strada subito da un professore la cui unica colpa era quella di indossare la kippah.
Di contro Marsiglia conta oltre 250 mila cittadini di religione islamica, in costante crescita, e quindi alla ricerca di edifici per accogliere i fedeli.
Lo scorso anno molte polemiche avevano suscitato le parole di Dalil Boubakeur, presidente del Consiglio del culto musulmano francese, che aveva proposto di adibire a moschee alcune delle molte chiese oramai vuote presenti in Francia. L'accordo di Marsiglia va in qualche maniera in questa direzione, perché si tratta di una operazione condivisa che accontenta tutte le parti (400 mila euro il prezzo di vendita dell'edificio).
«Non c’è niente di male né di negativo in questa azione. Preghiamo tutti lo stesso Dio, quello dell’amore e della fraternità. L’essenziale è che tutto si faccia in buona armonia. Non sono soltanto parole. Mi auguro che in questo luogo continuerà a esserci lo spirito di tolleranza e del vivere insieme di cui abbiamo tutti bisogno» ha detto il presidente del Concistoro ebraico di Marsiglia Zvi Ammar proprio per sottolineare il carattere condiviso dell'accordo.