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Furto al Museo valdese di Torre Pellice

Sottratte medaglie e un’arma storica. Tomassone: «Amarezza, ma non chiuderemo certo le porte»

La settimana scorsa ignoti si sono introdotti nel museo storico valdese a Torre Pellice e dopo aver forzato quattro vetrine hanno sottratto alcune medaglie celebrative ottocentesche e un'arma storica. Un furto che valutiamo significativo non tanto da un punto di vista economico ma perché va a toccare una parte del patrimonio culturale valdese. I ladri si sono "concentrati" sulla parte ottocentesca delle collezioni e in particolare sulle medaglie; presumibilmente hanno agito in orario di apertura museale (visto che non sono state trovate forzature né alle porte né alle finestre) eludendo la sorveglianza e approfittando del molto movimento dovuto ai lavori che stanno interessando la parte esterna dello stabile dell'ex convitto valdese e dell'unico momento in cui, fino ad ora, il museo non era coperto dai sistemi di allarme.

L'accaduto è stato prontamente denunciato ai carabinieri che stanno ora conducendo le indagini. «Siamo molto addolorati di quanto accaduto - dice Davide Rosso, direttore della Fondazione Centro Culturale Valdese -. Saremo obbligati ad aumentare ulteriormente le misure di sicurezza intorno alle nostre collezioni che rappresentano in generale un valore importante della costruzione della narrazione patrimoniale valdese. Alcuni oggetti sono stati trafugati, il patrimonio che rappresentavano però rimane, anche se, occorre dirlo, insieme ad un senso di amarezza».

Comunque è opportuno precisare che, pur trattandosi di un danno importante (perché è sempre importante quando si perde anche solo una piccola parte del proprio patrimonio storico e culturale), il lavoro di valorizzazione, di conservazione e di apertura al pubblico continuerà, così come continuò dopo gli altri due furti che subì il museo valdese nella sua storia, uno nel 1970 e il secondo nel 1973. «Esattamente come allora - dice Erika Tomassone, presidente della Fondazione Centro Culturale Valdese - si continuerà a conservare e a valorizzare il patrimonio valdese, con qualche attenzione in più alla sicurezza; ma questo non significherà chiudere le porte non permettendo più ai visitatori di godere del patrimonio valdese: semplicemente quanto accaduto ci obbliga a cambiare l'attenzione al modo in cui questo è reso fruibile». L'occasione dei lavori per il nuovo allestimento, previsto per il prossimo anno, permetterà alla Fondazione Centro Culturale Valdese di approfondire anche quest'aspetto dell'offerta di visita al pubblico, per intanto però sarà aumentata la vigilanza e saranno rinforzati gli allarmi.

«La memoria non si ruba, si possono sottrarre degli oggetti, ma non il patrimonio che questi rappresentano per una comunità. Le testimonianze di chi ci ha manifestato sgomento, rabbia e tristezza per il furto che abbiamo subito sono lì a testimoniarlo» ha concluso Tomassone.

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