Il Marocco crea un dipartimento di ricerca sulle religioni
29 febbraio 2016
Sarà un centro di formazione e studi sul dialogo fra le diverse confessioni
«Posare insieme per la foto di famiglia è una bella cosa, ma oggi il dialogo interreligioso deve andare molto oltre». Un centro di ricerca e formazione in relazioni religiose è stata inaugurato lo scorso mercoledì 24 febbraio a Rabat, capitale del Marocco.
Secondo la direttrice Aïcha Haddou, ricercatrice di origine belga, il centro promette di essere un modello nuovo: «Sarebbe stato più facile immaginare un centro di studi comparati per le religioni, facendo appello ai ricercatori musulmani presenti nel Paese. Abbiamo invece voluto creare un luogo dove possano cooperare specialisti di tutte le religioni. Perché oggi è indispensabile lavorare insieme, non per unificare le nostre visioni ma per fare emergere gli aspetti comuni e per identificare ciò che nelle differenti concezioni può essere motivo di incomprensione».
Aspetto notevole, il centro è affiliato alla “Rabita” degli Ulema, prestigioso centro di ricerca sull’Islam. L’inaugurazione conferma la volontà del Marocco di proporsi come difensore di un islamismo moderato, bastione contro il terrorismo.
Nella capitale un centro di formazione riservato agli imam accoglie da più di un anno giovani non solo provenienti dal Marocco, ma anche dal resto dell’Africa e dall’Europa. Già il re Mohammed VI nel discorso inaugurale della conferenza internazionale di Marrakech di poco più di un mese fa aveva affermato «la necessità, di fronte alle crisi che minacciano l’umanità, di una cooperazione fra i referenti di tutte le religioni». Il Marocco che ha visto una lunga convivenza pacifica fra musulmani, ebrei e cristiani, può giocare un ruolo decisivo in questo ambito.
Il centro si è dato come missione di contribuire alla diffusione di un sapere documentato attorno a ciò che riguarda le religioni, di investire in formazione intra e interreligiosa, di incoraggiare i progetti di collaborazione fra religioni all’interno della società civile.
A partire dal 2017 dovrebbe ospitare inoltre un corso di formazione accademica interreligiosa e dovrebbe organizzare il summit delle coscienze a margine della Cop22 sul clima che avrà luogo a dicembre a Marrakech.