La rinascita della Chiesa ortodossa autocefala d’Albania
23 dicembre 2015
Fondamentale l’opera di Anastasios, arcivescovo ortodosso di Tirana, Durazzo e tutta l’Albania
La storia delle chiese cristiane in Albania rappresenta un importante esempio di resilienza. È quanto emerso dalla consultazione del Global Christian Forum che si è svolta recentemente a Tirana, dove 150 leader e rappresentanti di chiese di diversa tradizione, provenienti da più di 60 paesi, si sono riuniti per ascoltare, discutere ed esprimere solidarietà alle chiese cristiane che sperimentano discriminazione e persecuzione nel mondo di oggi.
Come ha sottolineato il rev. Ali Kurti, presidente dell’Alleanza evangelica di Albania, le chiese albanesi hanno sperimentato la persecuzione per centinaia di anni sotto l’impero ottomano, ma sono state in grado di risorgere.
Nel 1967, il governo albanese, sotto il dittatore Enver Hoxha, iniziò la chiusura di tutte le istituzioni religiose del Paese, dichiarando l’Albania primo stato ufficialmente ateo del mondo.
Nel 1992, mentre il comunismo stava crollando in tutto il mondo, l’arcivescovo Anastasios giunse dalla vicina Grecia per iniziare il suo lavoro come Arcivescovo ortodosso di Tirana, Durazzo e tutta l’Albania. Da allora la Chiesa ortodossa autocefala d’Albania ha vissuto una resurrezione sotto la guida ispirata dell’arcivescovo Anastasios. È membro della Conferenza delle chiese europee (Kek) e del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).
L’Arcivescovo Anastasios ha servito come vicepresidente della Kek dal 2004 al 2013, e come uno degli otto presidenti regionali del Cec nel 2006.
Ora il cristianesimo è fiorente in Albania, dove l’ortodossia, il cattolicesimo e l’evangelismo sono riconosciuti dal governo, anche se il secolarismo europeo è ancora una forza. Gruppi cattolici e musulmani operano anche in numerose scuole statali come fa la Chiesa ortodossa che gestisce i centri diurni di assistenza, le scuole religiose, gli istituti professionali e le università.
Anche se i cattolici costituiscono solo una minoranza della popolazione, la grande maggioranza di loro sono giovani. Nel complesso, essendo l’età media della popolazione albanese di soli 30 anni, le chiese sono piene di giovani.
Fonte: Cec