La persecuzione dei cristiani nel mondo
15 dicembre 2015
Se ne è discusso al Parlamento europeo. Presente il pastore Christopher Hill, presidente della Conferenza delle chiese europee
Il 1° dicembre leader religiosi, vittime della persecuzione religiosa, e membri delle istituzioni europee si sono riuniti presso il Parlamento europeo per la conferenza dal titolo «La persecuzione dei cristiani nel mondo: un appello ad agire». L’evento è stato organizzato dal vice-presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e si è incentrato sulla persecuzione dei cristiani in tutto il mondo.
Il presidente della Conferenza delle chiese europee (Kek), pastore Christopher Hill, in apertura dei lavori ha riferito di due incontri personali relativi alle persecuzioni e violenze subite dai cristiani. Ha parlato di un villaggio cristiano emarginato in Malesia che soffre della quasi totale mancanza di infrastrutture di base, e di una regione in Nigeria che è quasi totalmente priva di cristiani a causa della persecuzione violenta per mano del gruppo islamista Boko Haram. «La persecuzione dei cristiani non è né semplice né uniforme», ha osservato Hill. «Soprattutto dove l’Isis e la sua ideologia regnano, i cristiani sono perseguitati, le chiese distrutte, e gli antichi luoghi in cui è nato il cristianesimo sono ormai quasi vicino all’estinzione».
Anche altri rappresentanti hanno espresso preoccupazione per la fine del cristianesimo in alcuni luoghi del mondo. Il dr, John Newton, dell’organizzazione «Aiuto alla chiesa nel bisogno», ha osservato che quasi 700.000 - o più della metà - dei cristiani siriani sono fuggiti durante il recente conflitto. Ha anche sottolineato che solo 300.000 cristiani sono rimasti in Iraq in seguito al decennio di conflitti e lotte.
Casi studio sulla situazione nei Balcani, in Pakistan, in Iraq e in Eritrea sono stati presentati da esperti del settore.
I presenti sono stati profondamente colpiti dalla storia di torture subite dalla sopravvissuta, Helen Berhane: questa donna è stata arrestata e imprigionata in un container per essersi rifiutata di firmare un documento che denunciava la sua fede cristiana. A seguito delle pressioni esercitate da Amnesty International, Berhane è stata rilasciata e ora vive in Europa.
Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha concluso la conferenza assicurando che il «Parlamento darà il suo contributo ovunque possibile per proteggere i cristiani».
Fonte: Kek