Praga, insediato il nuovo Consiglio sinodale della Chiesa evangelica dei Fratelli Cechi
11 dicembre 2015
Rappresentanti delle chiese protestanti da tutta Europa e dagli Usa partecipano alla cerimonia che segue l’elezione avvenuta in primavera
Bisognerebbe chiedere ai membri degli organi esecutivi delle nostre chiese quanto abbiano festeggiato al momento della loro elezione da parte delle rispettive assemblee. I fratelli e le sorelle avranno vissuto quel momento con gioia e soddisfazione, ma avranno pesato senz’altro le responsabilità future che la carica comportava; dunque il festeggiamento comunitario forse non era in cima ai loro pensieri.
Nella Chiesa evangelica dei Fratelli Cechi, invece, si coglie l’occasione dell’insediamento di un nuovo Consiglio sinodale (l’organo esecutivo e di rappresentanza della chiesa, equivalente della Tavola valdese) per un momento di festa reale e condivisa.
Ho avuto il privilegio di rappresentare la Chiesa valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi) nel corso delle celebrazioni che hanno contraddistinto il passaggio di consegne, avvenuto sabato 21 novembre, fra il consiglio uscente e quello eletto dall’ultimo Sinodo la primavera scorsa. Il momento centrale è stato il culto di insediamento che si è tenuto nella centralissima chiesa del Salvatore, a Praga. Il culto è stato decisamente denso di avvenimenti: dal saluto del «Synodal Senior» uscente e l’insediamento del nuovo «Synodal Senior» e «Synodal Curator», rispettivamente il pastore e il laico che rappresentano e presiedono il consiglio. Nella chiesa protestante di una terra in cui, fin da prima della Riforma, la comunione è offerta a tutti sotto entrambe le forme di pane e vino non poteva mancare il momento della cena del Signore. Hanno concluso il culto i saluti da parte dell’Arcivescovo di Praga e del rappresentante della Chiesa hussita cecoslovacca, l’altra chiesa che raggruppa i protestanti storici in Boemia.
Vi è stato, a contorno del momento liturgico d’insediamento, un folto programma per i numerosi ospiti internazionali: eravamo più di una trentina, provenienti da tutta Europa, oltre a un paio di invitati dalla Chiesa presbiteriana degli Usa; per i protestanti Cechi che ci hanno invitati era infatti fondamentale condividere questo momento con quanti più fratelli e sorelle possibile. È stata per me l’occasione per rivedere qualche conoscente, ma soprattutto per conoscere nuovi fratelli e sorelle, provenienti soprattutto da quell’Europa dell’Est in cui talvolta (a torto) fatichiamo a immaginare la presenza di chiese protestanti, molto spesso di minoranza come quelle italiane, ma ben radicate nella storia e nella vita pubblica dei loro Paesi.
Con questo insediamento si conclude un anno denso per la Chiesa evangelica dei Fratelli Cechi. Assieme alle altre chiese della Repubblica Ceca in primavera sono stati ricordati i 600 anni dall’uccisione sul rogo di Jan Hus, l’iniziatore di quel movimento di riforma della chiesa che proprio a Praga ha avuto il suo centro.