Hollande vuole rafforzare le pene per i reati di razzismo e antisemitismo
13 ottobre 2015
Il capo di Stato francese ha in mente di modificare il codice penale per far si che l’odio razziale sia sempre un’aggravante di qualsiasi infrazione
Il governo francese presenterà entro fine anno un testo di legge per fare di ogni atto o parola di ispirazione razzista o antisemita un’aggravante di qualsivoglia reato commesso da qualsivoglia soggetto. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il presidente François Hollande durante una visita ad un vecchio campo di concentramento e deportazione a Aix-en-Provence nella regione Bouches-du-Rhône.
Hollande aveva presentato i principi della riforma penale già nel gennaio scorso durante un discorso al memoriale della Shoah a Parigi, due settimane dopo gli attentati contro il settimanale satirico Charlie Hebdo e il supermercato ebraico Hyper Cacher.
Nel discorso tenuto davanti ai reduci del secondo conflitto mondiale il presidente transalpino ha ricordato che «gli orrori prodotti in luoghi come questi sono il risultato di una lenta deriva, di un movimento che una dopo l’altra ha fatto saltare tutte le dighe democratiche. La prima di queste derive fu quella delle parole, a partire dagli anni ’30 del secolo scorso, quando poco alla volta insulti razzisti e antisemiti divennero parte del quotidiano vivere, non percepiti più come oscenità non solo del linguaggio, ma della società stessa». Divenne normale concludere articoli di giornali con insulti ai giudei o agli stranieri, era tollerato urlare insulti antisemiti durante le manifestazioni. E tutto questo, complici le congiunture economiche, portò al nazismo.
Claude Bartolone, presidente dell’assemblea nazionale francese si è rallegrato per la notizia, affermando che «la legge deve essere un baluardo capace di affermare i nostri principi, i nostri valori. Il razzismo e l’antisemitismo non hanno posto nel giardino della nostra Repubblica».
A chi critica l’impianto come una possibile limitazione del diritto individuale di opinione Bartolone replica che «dal momento che abbiamo responsabili politici che utilizzano sempre più spesso termini ed epiteti al limite se non oltre la decenza, ben venga una legge che sia come un faro capace di re-illuminare i nostri principi repubblicani».