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Pentenero: «Senza investimenti non si garantiscono i diritti»

Intervista all'assessore intervenuta alla serata pubblica del Sinodo

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I diritti di tutti e di tutte” era il titolo della serata pubblica del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste di quest'anno. Ospiti dell’incontro, tra gli altri, Gianna Pentenero, assessora al Lavoro, all'Istruzione e ai Giovani della Regione Piemonte. Quale è stato l'oggetto del suo intervento?

“Innanzitutto il diritto al lavoro ma anche il diritto allo studio, che mi sta molto a cuore e che concerne le deleghe che mi hanno attribuito. C'è poi il tema della violenza contro le donne, che quest'estate ha raggiunto livelli allarmanti: esiste un piano, redatto nel 2010, contro la violenza nei confronti delle donne; un piano che è stato un po' abbandonato ma che dev'essere ripreso. Per quanto riguarda il lavoro, bisogna purtroppo dire che la nostra regione è una di quelle che negli ultimi cinque anni ha risentito di più della crisi, che ha messo a dura prova la nostra comunità. E se parliamo di lavoro femminile, oggi abbiamo una richiesta di utilizzo di tempo part time da parte delle donne che però non è fatta in vista di un progetto di vita, ma è dettato da un contesto di difficoltà del mercato del lavoro, che obbliga di fatto le donne a richiederlo. Questo è un dato drammatico, così come il dato della disoccupazione: 12% in Piemonte e 46% tra i giovani, soprattutto in provincia di Torino, quindi anche nel Pinerolese.

Il Sinodo ha parlato dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole, evidenziando la difficoltà di garantire sempre le attività alternative. Quali sono le azioni concrete che la politica può fare per garantire veramente questo diritto?

“La politica deve porre al centro l'istruzione. Spesso si sentono proclami su questo postulato a cui poi, però, non corrispondono azioni reali. E' chiaro che se noi non investiamo sulla scuola per dare la possibilità alle direzioni didattiche di investire anche sulle ore alternative, queste non possono offrire una buona alternativa all'insegnamento della religione cattolica e il diritto viene meno”.

Sul binomio scuola-diritti e sui rapporti scuole pubbliche e private come intende muoversi la sua giunta nei prossimi mesi?

“Avevo già evidenziato lo scorso anno, dove facevo già parte del consiglio regionale, che ci sarebbero stati grossi problemi ad aprire nuove sezioni di scuola materna, perché la delibera della giunta Cota condiziona la programmazione stessa del numero di sezioni che devono essere aperte. Le scuole paritarie nella nostra regione hanno sempre svolto un grande e encomiabile lavoro tale da coprire le esigenze, nella fascia 3/6 anni, di tutte le famiglie della nostra regione. E questo va riconosciuto. Detto questo, il sistema delle paritarie non deve essere il contraltare della scuola pubblica, ma deve essere un sistema integrato, che sa dialogare e trovare le soluzioni giuste per ogni territorio. Quella delibera ha generato i problemi di Bibiana [dove il comune ha costruito una materna statale nuova, la cui apertura è stata osteggiata dalla materna parrocchiale, ndr] e di altri comuni. Ora il consiglio ha il dovere di modificare questa delibera in modo da tenere in considerazione quello che il territorio ha da offrire. Un altro dato allarmante da tenere presente è che nelle grandi città le liste d'attesa degli asili nido si stanno svuotando in modo drammatico proprio per il dato della disoccupazione femminile di cui parlavo prima, e che arriva al 20%”.

Quali sono i suoi rapporti con la comunità valdese?

“Ho avuto modo di conoscere, di avvicinarmi e di apprezzare molto la comunità valdese. Nella mia esperienza politica e di amministratore ho sempre lavorato molto affinché il dialogo tra le diverse religioni fosse sentito; un dialogo che potesse esprimere progettualità e quel servizio che è fondamentale erogare nel nostro territorio. Quindi sono molto onorata di essere qui e anche molto curiosa di vivere queste esperienza”.

Photo credits: Paolo Ciaberta – www.paolociaberta.eu

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