Anglicani, sì a inchieste su abusi sessuali
14 luglio 2015
La promessa dell'arcivescovo Justin Welby alle vittime e ai familiari
La Chiesa anglicana per bocca della sua figura più autorevole, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, promette indagini accurate per accertare eventuali casi di abusi sessuali all’interno delle proprie gerarchie.
A seguito di un incontro con le vittime e i familiari di abusi Welby ha garantito l’impegno della chiesa nel fare autocritica e giudicare senza scuse chi si sia reso protagonista di episodi disdicevoli. Il tema è tornato in auge a seguito della decisione del governo inglese di istituire una commissione allo scopo di far luce su decenni di episodi di pedofilia insabbiati in Inghilterra, e sul mancato controllo da parte delle istituzioni. Welby ha comunicato che se la nuova commissione non porrà fra le immediate priorità un'indagine sulla chiesa anglicana, saranno gli stessi organi ecclesiali a promuoverne una in tempi rapidi.
Scettiche varie associazioni di settore che ricordano come la chiesa d’Inghilterra già nel 2010 aveva provato ad indagare su se stessa, con scarso successo se è vero che i casi segnalati furono soltanto 13 a dispetto di molte più denunce. Questo mentre la chiesa metodista, certamente assai meno rilevante per numero di fedeli in Gran Bretagna, a seguito di una seria indagine interna denunciava nello stesso periodo oltre 900 episodi dagli anni ’50 in poi in seno alla propria comunità. Per questo è pressoché impossibile immaginare che i casi nel mondo anglicano siano così rari. Staremo a vedere se è giunto il momento di una severe autocritica oltre Manica e se soprattutto si farà finalmente luce su pagine dolorose per troppe persone.