Burundi. I battisti hanno espresso preoccupazione per le proteste in corso nel paese
25 maggio 2015
I disordini sono cominciati dopo che il presidente del Burundi ha annunciato di voler concorrere ad un terzo mandato
Da quattro settimane il Burundi è teatro di violente proteste di piazza dopo l’annuncio del presidente uscente, Pierre Nkurunziza, di volersi ricandidare alle elezioni del 26 giugno. La situazione sta precipitando: il 13 maggio scorso è fallito un tentativo di colpo di stato, mentre il presidente era in Kenia, e sabato scorso, 23 maggio, in un agguato è stato ucciso il leader dell’opposizione. Migliaia di persone hanno partecipato a Bujumbura, capitale del Burundi, al funerale.
I disordini sono cominciati nel paese dell’Africa orientale a fine aprile dopo che il presidente Nkurunziz ha annunciato che avrebbe corso per un terzo mandato alle elezioni previste per il 26 giugno. L’annuncio ha suscitato proteste da parte degli oppositori che, considerando la ricandidatura di Nkurunziz incostituzionale, hanno dato vita a manifestazioni diffuse nella capitale.
Juvenal Nzosaba, segretario generale dell’Unione delle chiese battiste in Burundi ha riferito all’Alleanza battista mondiale (Abm), che più di 20 persone sono morte, più di 100 sono stati ferite e circa 600 sono state arrestate, tra i quali bambini e giovani che partecipavano alle proteste. Più di 100.000 sono fuggiti dal Paese, mentre altre migliaia sono sfollati interni.
«Vi chiediamo di continuare a pregare per noi, perché alcuni hanno lasciato il loro lavoro, la casa, e le chiese», ha detto Juvenal Nzosaba. «Molte persone non hanno cibo. Si tratta di un grosso problema».
Nzosaba ha aggiunto che la Corte Suprema del paese ha dichiarato legittima la decisione di Nkurunziza di ricandidarsi alle elezioni. Ma i gruppi di opposizione non solo sostengono l’incostituzionalità di un terzo mandato, ma affermano che le azioni del presidente mettono a repentaglio l’accordo di pace che ha mantenuto le tensioni etniche in scacco dai tempi della guerra civile burundese, conclusasi nel 2005. «Il governo, le Ong e gli altri stanno dicendo ai burundesi di mantenere la calma e di cercare la pace in modo che possano arrivare al giorno delle elezioni, senza ostacoli», ha riferito Nzosaba.
In Burundi vi sono circa 50.000 membri battisti, con circa 300 chiese affiliate a due organizzazioni che sono membro dell’Alleanza battista mondiale.
Fonte: Bwa