Ucraina: un difficile processo di pace
22 maggio 2015
Un fragile cessate il fuoco è messo quotidianamente alla prova dalla violenza nella parte orientale del paese
Dalla rivoluzione ucraina del febbraio 2014, la Federazione russa ha annesso la penisola di Crimea ed è scoppiata una guerra con i combattenti separatisti pro-Russia nella parte orientale del paese. Il conflitto è iniziato dopo che il governo post-rivoluzionario ha mostrato interesse nel promuovere maggiori legami con i paesi occidentali e ha messo i paesi occidentali e la Russia l’uno contro l’altro, rendendo il conflitto nazionale, regionale e globale. I leader politici a febbraio hanno mandato in frantumi l’accordo Minsk 2, che cerca di fermare i combattimenti.
Le chiese e i leader religiosi - in Ucraina e a livello internazionale - lavorano, dietro le quinte, per promuovere l’applicazione degli accordi. Una delegazione guidata dal segretario generale del Cec, il pastore Olav Fykse Tveit, ha visitato l’Ucraina dal 17 al 20 marzo scorsi. Ad aprile, Tveit ha anche incontrato il patriarca Kirill, primate della Chiesa ortodossa russa a Mosca e ha discusso con lui della situazione ucraina.
L’ufficio dell’Altro commissariato delle Nazioni unite per i Diritti umani ha affermato, nel suo ultimo rapporto dello scorso 15 febbraio, che «l’impatto del conflitto sui diritti umani delle persone che vivono nelle aree orientali del paese è drammatico e spesso nelle zone in cui hanno luogo i bombardamenti indiscriminati la vita delle persone è messa a rischio». L’arcivescovo emerito della Chiesa di Svezia Wejryd, presidente per l’Europa del Cec, conferma la gravità della situazione umanitaria nell’est del paese. «Il livello di distruzione in luoghi come Lisichansk è quasi totale», ha affermato Wejryd. Molte persone sono morte di fame nelle proprie cantine, impossibilitate a cercare provviste a causa della durata e dell’intensità dei combattimenti. «Coloro che restano sono fortemente dipendenti dagli aiuti esterni, la maggior parte dei quali è fornita attraverso le chiese e le organizzazioni umanitarie».
La Banca Mondiale ha affermato che l’economia ucraina si è ridotta dell’8% durante il 2014 a causa della crisi.
La maggior parte degli ucraini appartiene ad una comunità di fede, principalmente a chiese. La Chiesa ucraina ortodossa - Patriarcato di Mosca è la più grande chiesa in Ucraina, ha radici profonde e ha quindi grandi potenzialità nella promozione della pace e della riconciliazione nazionale. «In quanto chiesa di maggioranza in Ucraina, e avendo ufficialmente dichiarato e ripetuto il proprio impegno per l’integrità territoriale e l’unità dell’Ucraina, la Chiesa ucraina ortodossa possiede una speciale leadership e responsabilità a questo riguardo», ha affermato la delegazione del Cec. «Siamo stati anche colpiti positivamente dallo spirito ecumenico che si esprime nel Consiglio delle chiese e delle organizzazioni religiose dell’Ucraina», ha detto Wejryd. L’Auccro include rappresentanti di tutte le tradizioni religiose presenti in Ucraina, inclusi ebrei e musulmani.
Le sanzioni economiche imposte alla Russia dai paesi occidentali hanno contribuito alla caduta del rublo. A causa del conflitto in Ucraina, la Russia è entrata in crisi finanziaria, mentre le relazioni fra Est e Ovest si sono inasprite.
L’arcivescovo Wejryd si è recato anche nella parte orientale del paese per testimoniare del lavoro di soccorso svolto da una chiesa affiliata alla Chiesa ucraina ortodossa. «Sono rimasto colpito dall’intraprendenza e dal pragmatismo mostrato dal gruppo, che ha inviato circa 100 carichi di generi di prima necessità, in maggior parte donati da persone dell’Ucraina occidentale a persone della parte orientale», ha detto Wejryd. «Ciò è stato molto apprezzato dalle comunità locali».
Nella parte occidentale del paese, il capo della Chiesa ortodossa ucraina - Patriarcato di Kiev (separato dal Patriarcato di Mosca nel 1992), il patriarca Filaret, ha parlato a sostegno del presidente ucraino Petro Poroshenko, mentre ha fatto dure dichiarazioni sul presidente russo Putin. C’è una storia di difficili relazioni fra la Chiesa che fa capo al Patriarcato di Mosca e il Patriarcato di Kiev. Rappresentanti di entrambe le chiese, comunque, cooperano nel contesto nel Consiglio ecumenico multi-religioso. Il Patriarcato di Kiev ha un seguito significativo nella parte occidentale del paese ma non è stato riconosciuto da nessun’altra chiesa ortodossa, fin dal suo scisma dal Patriarcato di Mosca. La leader protestante olandese osserva che «la posizione della Chiesa ortodossa che fa capo al Patriarcato di mosca è forse la più complicata in Ucraina».
L’Arcivescovo Wejryd ha espresso la sua speranza che il patriarca Kirill della Chiesa ortodossa russa continui e rafforzi il suo impegno per la pace e la stabilità nella regione.
(trad. it. Luisa Nitti/voceevangelica.ch)