Una società più aperta ai rifugiati
18 maggio 2015
Lo chiede Joel Ruml, moderatore della Chiesa evangelica dei fratelli Cechi (Eccb)
Un gruppo di 70 rifugiati siriani hanno ricevuto asilo nella Repubblica ceca all’inizio di quest’anno, grazie ad una protesta pubblica contro il rifiuto iniziale da parte del governo che temeva che i bambini malati e le loro famiglie potessero costituire un rischio per la sicurezza.
La protesta includeva anche una lettera aperta del Sinodo della Chiesa evangelica dei fratelli cechi (Eccb), chiesa membro della Federazione luterana mondiale (Flm).
In un’intervista, il moderatore della Eccb, past. Joel Ruml, è ritornato sulla vicenda spiegando che la Chiesa aveva preso posizione nella convinzione che la società ceca doveva aiutare i profughi, perché storicamente aveva sperimentato una situazione simile. Durante il periodo comunista, infatti, molti paesi (soprattutto dell'Europa occidentale) hanno aiutato i cittadini a lasciare l’ex Cecoslovacchia, anche se non versavano nelle sette condizioni di sofferenze patite oggi dalle persone nel Vicino Oriente.
Joel Ruml ha aggiunto che la concessione dell’asilo ai 70 profughi siriani è solo il primo passo. Il governo ha iniziato a preparare una struttura di accoglienza ma i lavori procedono lentamente. Pertanto la Eccb continua a vigilare e a incoraggiare i cechi ad incontrare le persone di culture e religioni diverse.
Intanto, la Eccb, attraverso le sue chiese locali e i servizi diaconali, sta accogliendo persone provenienti da Bielorussia, Myanmar, Pakistan, Ucraina e altri paesi. È lo stesso Joel Ruml a spiegare le motivazioni di tale impegno a favore dei rifugiati e sfollati.
«In primo luogo, si tratta di un comando non solo del Vangelo, ma dell’Antico Testamento. In secondo luogo, abbiamo un’esperienza storica: i nostri cittadini hanno ricevuto aiuto e più di mezzo milione di persone ceche sono integrate nei paesi democratici di tutto il mondo. Dobbiamo ora restituire quello che abbiamo ricevuto, tanto più che la gente ora sta soffrendo più di quanto hanno patito i cechi 30 o più anni fa. In terzo luogo, la nostra società ha bisogno di diventare più aperta alle persone bisognose. Questo non è possibile solo teoricamente. In quarto luogo, possiamo imparare dalle tante esperienze e dai metodi adottati in altri paesi, affinché il nostro aiuto sia ora più efficace».
Fonte: FLM