Nepal. Operative nelle zone colpite dal sisma anche squadre di soccorso dell’Alleanza battista mondiale
08 maggio 2015
Sarebbero almeno sette le chiese cristiane distrutte o danneggiate, due delle quali battiste
Un numero imprecisato di cristiani battisti sono morti in Nepal in seguito al devastante terremoto che ha colpito il paese il 25 aprile scorso. La morte è sopraggiunta in seguito al crollo della chiesa in cui i credenti erano riuniti per il culto.
Il sisma, che ha causato la morte di più di 6.000 persone e il ferimento di più di 12.000, ha distrutto o gravemente danneggiato almeno sette chiese cristiane. Due di queste erano chiese battiste.
L’Alleanza battista mondiale (Abm) ha inviato una somma iniziale di 10.000 dollari americani per gli aiuti di emergenza. Il Baptist World Aid, braccio operativo dell’Abm che si occupa degli aiuti umanitari e dello sviluppo, sta coordinando la risposta battista internazionale a favore del Nepal.
In particolare è operativa una squadra di soccorso e ricerca - la «Rescue 24» - proveniente dall’Ungheria e dalla Carolina del Nord (Usa), arrivata a Kathmandu il 27 aprile scorso.
Rescue 24 ha allestito un campo per fornire servizi sanitari in collaborazione con il Consiglio della chiesa battista del Nepal (Nbcc), che ha costituito un comitato di risposta al disastro per affrontare la crisi. Oltre a fornire cibo, riparo e assistenza medica, il Nbcc sta offrendo anche assistenza spirituale.
John Narayan, coordinatore della Squadra di risposta al disastro del Nbcc, ha riferito all’Abm che finora sono state distribuite circa 540 tende alle vittime del terremoto, mentre 245 persone hanno ricevuto cure mediche.
Altre aree che stanno ricevendo assistenza dal Nbcc sono Sankhu, Manikhel, Bukhel, Chaughare, Chhampi e Sanogaun, tutte del distretto di Lalitpur.
La Chiesa battista di Mizoram (Bcm), organizzazione dell’India membro della Bwa, ha inviato personale in Nepal. Il team è arrivato a Kathmandu il 4 maggio. «Il cibo è la necessità immediata», si legge in un rapporto della Bcm, «ma altrettanto urgente è il rifornimento di acqua potabile, che sembra essere stata trascurata dalla maggior parte degli operatori umanitari». Sulla questione idrica, in particolare la Bcm ha sottolineato che con l’avvicinarsi della stagione umida dei monsoni c’è il forte rischio di contaminazione del sistema di approvvigionamento idrico delle zone interessate, con il conseguente aumento delle infezioni per la popolazione.
Presente nelle zone anche il team cristiano, Micah Nepal, che ha riferito all’Abm che i bisogni urgenti sono cibo e 5.000 tende, coperte e materassi.
Purtroppo molti beni di prima necessità cominciano a scarseggiare. Inoltre, come ha riferito Rescue 24,
al momento costituisce problema il fatto che i soccorritori non riescono ad arrivare nelle zone limitrofe della città e in altre parti del paese, poiché le strade sono quasi del tutto distrutte.
L’Abm ha detto infine che le autorità nepalesi stanno confinando le squadre internazionali come Rescue 24 nella sola capitale.
Fonte: Bwa