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Francia, i leader religiosi francesi invitano alla pacificazione

L'intervento dei rappresentanti religiosi mentre proseguono i disordini seguiti all'uccisione di un ragazzo ad opera delle forze di polizia alle porte di Parigi

«In qualità di leader religiosi francesi con un impegno di lunga data per l'armonia e la fraternità, desideriamo lanciare un appello per il dialogo e la pace in questi tempi difficili per i nostri quartieri e il nostro Paese».

Così si apre la lettera scritta dai rappresentanti religiosi a commento dei disordini scoppiati in tutta la Francia a seguito dell’uccisione di un ragazzo di 17 anni, Nahel M., durante un controllo stradale a Nanterre, periferia di Parigi.

«Condividiamo il dolore della famiglia di Nahel e preghiamo per loro, soprattutto per sua madre. Sentiamo la sofferenza e la rabbia espresse» scrivono i responsabili della Conferenza dei leader religiosi in Francia (Crcf) Chems-eddine Hafiz, rettore della Grande Moschea di Parigi, Haïm Korsia, Rabbino Capo di Francia, Mohammed Moussaoui, Presidente del Cfcm-Consiglio del culto musulmano di Francia, Éric de Moulins-Beaufort, Presidente della Conferenza Episcopale di Francia, Demetrios Ploumios, Presidente dell'Assemblea dei Vescovi ortodossi di Francia, Christian Krieger, Presidente della Federazione protestante di Francia, Antony Boussemart, Presidente dell'Unione Buddista di Francia.

«Affermiamo anche con una sola voce che la violenza non è mai una buona strada. Deploriamo profondamente la distruzione di scuole, negozi, municipi, mezzi di trasporto, ecc. I primi a subirne le conseguenze sono i residenti, le famiglie e i bambini di questi quartieri.

In questi tempi difficili, chiediamo che venga salvaguardato e consolidato il necessario legame di fiducia tra la popolazione e le forze dell'ordine, che tanto hanno dato durante le prove che il nostro Paese ha attraversato. Incoraggiamo i nostri leader e i rappresentanti eletti della nazione a collaborare responsabilmente per ristabilire la giustizia e la pace.

Oggi più che mai, che tutti i credenti siano servitori della pace e del bene comune. Siamo tutti disponibili a contribuire a questo obiettivo».

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