Le chiese e l’impatto negativo delle attività di estrazione mineraria
01 aprile 2015
Il tema discusso in un incontro collaterale al Forum sociale mondiale di Tunisi
Il 27 marzo scorso in un evento collaterale al Forum sociale mondiale (Fsm), tenutosi la scorsa settimana a Tunisi (Tunisia), le chiese hanno discusso del costo sociale ed ecologico dell’espansione dell’estrazione mineraria. Rappresentanti di diverse organizzazioni, tra cui la rete Iglesias y Minería, la Ong Franciscans International, Missionari comboniani e l’Assemblea delle donne rurali, hanno sottolineato che i progetti minerari spesso ostacolano il benessere e la sostenibilità delle comunità locali, e che è necessario trovare nuove alternative all’estrazione come paradigma di sviluppo.
Il 14° Fsm, svoltosi dal 24 al 28 marzo 2015, ha raccolto circa 70.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo, in rappresentanza di più di 4.000 movimenti di base e organizzazioni. Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) è stato rappresentato alla manifestazione da Atena Peralta, del Programma di giustizia ecologica e economica del Cec.
«Come cristiani siamo animati dalla comune visione di un mondo giusto e pacifico. Per tradurre questa visione in realtà dobbiamo affrontare le ingiustizie derivanti dalle attività estrattive e il modello estrattivo di sviluppo, che tende ad arricchire solo le multinazionali e le élite economiche a spese delle persone e dell'ecologia», ha detto Peralta.
Sono soprattutto alcuni paesi dell’America Latina a subire l’impatto negativo dei progetti minerari, che - lo attestano diversi rapporti - hanno danneggiato la salute e le fonti di sostentamento delle popolazioni delle zone minerarie.
Dal 2013 la Chiesa cattolica romana e le chiese protestanti in America Latina hanno collaborato per sostenere le comunità locali a resistere alle attività minerarie su larga scala, promuovendo la tutela delle comunità vulnerabili e lavorando insieme per trovare alternative alla estrazione.
«Le chiese sono tra gli attori più affidabili nella difesa dei diritti delle comunità al territorio, alla terra, all’acqua e a tutti i beni comuni», ha detto Fr Dário Bossi, missionario comboniano e membro di Iglesias y Minería, una rete internazionale di persone colpite dalla società mineraria “Vale”. «In America Latina, la nostra rete sta rafforzando il suo lavoro di promozione della giustizia sociale ed ecologica», ha detto.
Dalla discussione è emerso che le chiese sono chiamate a contribuire ad una spiritualità di lotta in difesa della vita e del diritto alla terra e all’acqua, e a dar voce alle sofferenze e alle richieste delle comunità vulnerabili colpite dalle attività minerarie.
Inoltre, i partecipanti hanno convenuto di denunciare qualsiasi tentativo da parte delle compagnie minerarie di "comprare le chiese", influenzando le loro teologie e liturgie.
Fonte: Cec