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Abusi nelle chiese, le chiese evangeliche francesi agiscono

La Federazione protestante francese discuterà in questi giorni un rapporto sul tema, mentre gli evangelici transalpini lanciano un nuovo programma di prevenzione e monitoraggio

A un anno dalla presentazione del rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica (Ciase), la Federazione protestante francese (Fpf) esaminerà venerdì 7 ottobre, in occasione del suo Consiglio nazionale, il rapporto elaborato dalla sua Commissione Etica e Società, che comprende testimonianze, riflessioni sulle conseguenze degli abusi sessuali e raccomandazioni. Ve ne daremo conto nei prossimi giorni nel dettaglio, ma intanto conosciamo alcune anticipazioni rese note oggi dal giornale francese Réforme. Il documento si apre con diverse testimonianze, alcune delle quali provenienti da chiese della Fpf, per dimostrare, come ha fatto l'enorme e meticoloso rapporto Ciase, che questi abusi esistono nelle chiese protestanti e che la cosa più importante è la parola delle vittime.

Ciò che emerge dalla indagine è che gli abusi che possono essere stati commessi sono ben lungi dall'essere sistemici, come nella Chiesa cattolica. Il fatto che i pastori possano vivere la loro sessualità riduce le possibilità di attrarre persone sessualmente deviate al ruolo pastorale. Inoltre, bisogna sempre ricordare che la maggior parte degli abusi sessuali viene commessa all'interno della cerchia familiare. Nella relazione sono indicate altre ragioni: da un lato, il sacerdozio universale dei battezzati, che non conferisce al pastore uno status speciale come quello del sacerdote; dall'altro, il modo in cui le chiese protestanti sono organizzate, spesso secondo il sistema democratico e orizzontale presbiterio-sinodale. Questa è una differenza importante rispetto alla gerarchia verticale della Chiesa cattolica.

Nella Chiesa protestante unita di Francia (Epudf), si attende la presentazione di questo «materiale sostanzioso per riflettere nella Chiesa e prendere decisioni. Non stiamo conducendo una riflessione parallela, preferiamo partire da quanto proposto dalla Commissione Etica e Società, di cui faccio parte insieme ad altri membri della nostra Chiesa», afferma Emmanuelle Seyboldt, presidente del Consiglio nazionale. L'idea è quella di trarre vantaggio da questo lavoro federativo, rispettando al contempo questo modo di procedere collettivamente.

Intanto nasce l'iniziativa "Stop all'abuso". Il nome è semplice e significativo. Lanciato il 20 settembre 2022, il servizio di ascolto del Conseil national des évangéliques de France (Cnef), Consiglio nazionale degli evangelici di Francia, rappresenta un nuovo passo avanti nella lotta contro gli abusi fisici nelle sue chiese e opere, dopo l'adozione di una Carta d'impegno per la lotta contro gli abusi sessuali nel giugno 2021. 

Dedicato alle vittime e ai testimoni di abusi sessuali, il programma consente loro di essere ascoltati e assistiti. Tutto inizia nel modo più discreto possibile: un'e-mail. Un modulo viene utilizzato per raccogliere le parole delle vittime o dei testimoni, si legge in un comunicato stampa. «Una volta che la rivelazione è giunta al servizio, la persona che ha espresso il desiderio viene contattata via e-mail o per telefono, a seconda della sua scelta», spiega Myriam Letzel, coordinatrice del servizio di ascolto Stop Abuse. «Viene offerto loro un incontro faccia a faccia, nella loro regione, con due persone del nostro servizio di accoglienza».

L'obiettivo del processo è informare e guidare la vittima verso un supporto pastorale, psicologico e legale, a seconda della richiesta e dei bisogni espressi. Ma il team di Stop Abus non lavora da solo nel suo angolo. Se necessario, è pronta a informare le autorità giudiziarie interessate e a coinvolgere - se necessario - le Chiese, i sindacati o le opere interessate, aggiunge il comunicato stampa.

«Le persone che compongono il servizio di accoglienza di Stop Abus sono volontari. Ma lavorano anche in un quadro liberale o istituzionale o con i nostri partner», sottolinea ancora Myriam Letzel. Tra queste la Rete di mutuo aiuto e sostegno ai ministeri (RESAM), la Federazione delle Associazioni Familiari Protestanti (AFP) e l'Associazione dei Consulenti Cristiani (ACC - Francia). «Ciò significa che hanno una formazione professionale in psicologia, sessuologia o consulenza coniugale e familiare, oppure una formazione in consulenza. Inoltre, sono previste sessioni di formazione per il servizio di accoglienza».

Stop abus non serve solo ad aiutare le vittime, ma è stato progettato per prevenire gli abusi sessuali. Il suo comitato di consulenza e monitoraggio riunisce diverse competenze professionali in campi diversi come la psicologia, la sessuologia, il settore legale, giudiziario, sociale e pastorale. Questo garantisce la competenza del sistema e lo rende una forza di proposta per prevenire la violenza.

Alcune chiese o unioni si stanno muovendo più rapidamente di altre su questo tema, come la Federazione delle chiese evangeliche battiste di Francia (Feebf), l'Unione delle chiese protestanti dell'Alsazia e della Lorena (Uepal) o l'Unione delle chiese avventiste di Francia, Belgio e Lussemburgo, che hanno già creato strumenti e organizzato formazioni.

 

 

 

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