Il Mediterraneo protagonista all'Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese
05 settembre 2022
Simone De Giuseppe, pastore battista è intervenuto, davanti a centinaia di delegati da tutto il mondo, all'Assemblea del Cec in corso in Germania, per raccontare l'impegno delle chiese evangeliche italiane nell' accoglienza e per i diritti delle persone migranti
Anche un pezzetto di Italia e di Mediterraneo oggi di fronte alle centinaia di delegati e partecipanti dell’XI Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), in corso a Karlsruhe, in Germania. Simone De Giuseppe, 30 anni, alla sua prima esperienza come delegato all’Assemblea del Cec, è intervenuto in seno alla riunione plenaria. Il pastore battista in prova nelle chiese di Gravina e Altamura ha raccontato l’esperienza e l’impegno della Fcei, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, per l’accoglienza e i diritti delle persone migranti.
«Le chiese oggi in Europa hanno una doppia missione – ha detto – : una al loro interno e una verso l’esterno. Quella “fuori da noi” è stare con le persone che si trovano ai margini. Dal mio punto di vista, come italiano, il Mediterraneo è uno di questi margini, una di questi luoghi marginalizzati. Stiamo vivendo un processo migratorio epocale e non possiamo essere indifferenti e dimenticare i tantissimi naufragi che ci sono stati in questi anni. Come Federazione delle chiese evangeliche in Italia, ci occupiamo della questione migratoria nel Mar Mediterraneo da diversi anni con diversi programmi come i corridoi umanitari e il progetto migranti e rifugiati, Mediterranean Hope. In questo senso è stata particolarmente importante l’esperienza del “Pellegrinaggio di giustizia e pace” del Consiglio ecumenico delle chiese che ha visitato Lampedusa e la Sicilia lo scorso maggio.
Allo stesso tempo, le chiese in Europa hanno una missione interna. abbiamo bisogno di imparare a vivere e trasformare le nostre comunità in modo interculturale poiché molti membri delle nostre chiese sono persone migranti. In tempi di secolarizzazione, le nostre chiese spesso crescono grazie ai migranti. C’è quindi la necessità di testimoniare la nostra fede cristiana attraverso la ricchezza delle nostre diverse culture e tradizioni», ha concluso il pastore battista.
Com’è stato parlare di fronte alla platea del Consiglio ecumenico? «E’ stata una grande emozione, un onore e un privilegio – ha dichiarato Simone De Giuseppe all'agenzia stampa Nev una volta concluso il panel -, poter intervenire di fronte a così tante persone, di diverse tradizioni cristiane. Rispetto al tema in sé ho apprezzato e sono contento di aver potuto parlare di Europa e quindi del continente di cui faccio parte non solo focalizzando il tema su un fronte – la questione ucraina – ma cercare anche di intendere l’Europa in senso più ampio, facente parte di un mondo più complesso, che si muove , che apre tanti fronti come quello del Mediterraneo, di cui ho parlato. Penso sia stato importante riuscire a parlare di Europa inserendola in una visione più larga, che comprende le forti relazioni con tutti i popoli del mondo. Un’esperienza arricchente e di maturazione anche personale poter condividere un messaggio come questo in uno spazio internazionale».
Foto di Albin Hillert/Cec