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Il Parlamento tedesco raccomanda di riconoscere il genocidio del popolo Yazida

Una prima mondiale salutata dal Premio Nobel per la Pace Nadia Murad come «una vittoria» per il riconoscimento degli abusi commessi dallo Stato Islamico

Il Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, ha raccomandato giovedì 7 luglio che gli abusi commessi dai jihadisti dello Stato Islamico nel 2014 contro gli yazidi in Iraq siano riconosciuti come "genocidio".

Il Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, ha raccomandato di riconoscere come "genocidio" gli abusi commessi nel 2014 dai jihadisti dello Stato Islamico (Isis) contro la minoranza yazidi di lingua curda nell'Iraq nord-occidentale, già definiti tali dagli ispettori delle Nazioni Unite.  «Il riconoscimento del genocidio è un passo essenziale per superare il trauma della comunità yazidi», ha sottolineato l'eurodeputato dei Verdi Max Lucks, ricordando la situazione precaria in cui vivono i sopravvissuti in Iraq.

«Una vita sicura, la pace (...), questa deve essere la nostra ambizione per la comunità yazidi», ha aggiunto. Concretamente, il Bundestag ha approvato un voto della Commissione per le petizioni che chiede tale riconoscimento. Si prevede che in seguito si terrà una votazione plenaria per completare il processo di riconoscimento.

La Germania, che ospita un'ampia diaspora yazidi, è uno dei pochi Paesi ad aver intrapreso azioni legali contro la minoranza. Lo scorso novembre, i tribunali tedeschi hanno condannato un jihadista iracheno per "genocidio" della minoranza yazidi, una prima mondiale salutata dal Premio Nobel per la Pace Nadia Murad come «una vittoria» per il riconoscimento degli abusi commessi dallo Stato Islamico.

La minoranza etno-religiosa degli Yazidi è stata particolarmente perseguitata dall'organizzazione jihadista, che ha ridotto in schiavitù le sue donne e ucciso centinaia di uomini. Nel maggio 2021, una squadra investigativa speciale delle Nazioni Unite ha annunciato di aver raccolto «prove chiare e convincenti» del genocidio commesso dai jihadisti contro gli yazidi.

 

Foto di Thomas Quine

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