Una Carta etica per il lettore
14 marzo 2022
Gli studenti universitari luterani tedeschi hanno redatto una «Carta dei lettori» per affrontare la disinformazione
Gli studenti del Dipartimento Christliche Publizistik (Comunicazione cristiana) dell’Università di Erlangen-Norimberga, in Germania, hanno redatto una Carta dei lettori, come risultato del loro impegno al corso online, Entertaining Angels Unawares – Forced Displacement and Migration in the Media.
Il corso, tenutosi dal novembre 2021 al febbraio 2022, è nato da un’idea e divenuta progetto congiunto tra l’Associazione mondiale cristiana per la comunicazione (Wacc) e la Canadian Lutheran World Relief (Clwr).
La Carta dei lettori (rivolta essenzialmente ai lettori come dice esplicitamente il titolo), include suggerimenti su «come controllare gli articoli e come valutare se questi articoli provengano o meno da fonti attendibili e affidabili»; inoltre, fornisce alcune indicazioni e consigli di merito, come ad esempio «il non fare affidamento su fonti uniche informative, ma cercare di aumentare la pluralità di posizioni e voci da consultare quotidianamente» e ancora «evitare di raccogliere e condividere informazioni incerte e diramate dai blog, soprattutto se personali, e diffuse dai social media».
Infine, cercare di «essere consapevoli del fatto che spesso più che a delle informazioni ci si trova davanti a pregiudizi, stereotipi, da sempre esistenti anche nei media».
Gli studenti hanno dunque prodotto un «Codice etico per i lettori»con un focus particolarmente dedicato alla rappresentazione dei migranti nella stampa e nei social media.
La riflessione e il lavoro sono stati guidati da Sara Speicher, vice segretaria generale della Wacc e dal presidente Wacc Europa, Stephen Brown.
Speicher ha rilevato che «è emersa la necessità per i lettori, in particolare in quest’epoca legata fortemente alla comunicazione digitale, di fare particolare attenzione alla disinformazione che può essere facilmente “condivisa” e diffusa». Dunque, «è necessario fermarsi a pensare e a riflettere su ciò che stiamo leggendo, prima di reagire».
Brown, per parte sua, ha ricordato che la Carta «Non è un catalogo da seguire in modo prescrittivo», ma piuttosto un elenco che «ricorda le cose da tenere a mente, mentre osserviamo le immagini, leggiamo e titoli di giornali, insomma di dare spazio ai nostri sensi, alle nostre percezioni affinando il senso critico».
Alcuni studenti, hanno ritenuto che il codice etico potesse essere «troppo prescrittivo», e dunque che potesse ottenere l’effetto opposto a quello sperato e dunque che si corresse il rischio di «far aumentare la sfiducia nei confronti dei media e di attribuire la responsabilità della verità al solo lettore e non ai giornalisti che dovrebbero essere i garanti di coloro che ricevono le informazioni».
Altri, invece, hanno sostenuto l’idea opposta, che il documento possa invece «incoraggiare i lettori a essere consapevoli di ciò che leggono e ascoltano» e che la carta «impedisca loro di farsi ingannare da notizie false».
Nei social media c’è un rischio condiviso: leggere e diffondere disinformazione, «Dobbiamo stare attenti», ricorda il documento.