
«Le persone di buona volontà si impegnino sul confine polacco-bielorusso»
02 dicembre 2021
Appello della Chiesa evangelica metodista nella Repubblica di Polonia sulla crisi alle porte d'Europa
Intanto continuano i tentativi di ingresso nell'Unione europea da parte delle persone accalcate attorno al confine bielorusso, in un centro di emergenza che accoglie circa duemila persone, nel gelo sempre più insopportabile della regione e della stagione. E continuano le chiusure muscolari della Polonia e dell'Europa.
Nel mentre un secondo gruppo di cittadini iracheni è tornato nel nord dell'Iraq su due voli dopo aver trascorso settimane o mesi nel tentativo di raggiungere l'Unione europea. Diversi hanno affermato di aver subito abusi da parte delle autorità bielorusse. Almeno 570 iracheni, compresi i bambini, sono stati riportati dalla Bielorussia alla città di Erbil nel Kurdistan iracheno venerdì 26 novembre, con due voli. Il primo, che trasportava oltre 170 persone, è atterrato all'aeroporto della capitale della regione semi-autonoma a gestione curda dell'Iraq dopo le 2 del mattino. Il secondo volo, che trasportava oltre 400 rimpatriati, è arrivato alle 7 del mattino.
Uno dei rimpatriati all'aeroporto di Erbil si è detto «molto grato di essere arrivato a casa, perché l'umanità e la giustizia che la gente dice essere dell'Europa sono lontane dalla realtà. Non è affatto vero. Siamo stati picchiati duramente». Ci sono state numerose segnalazioni di maltrattamenti da parte delle autorità di frontiera bielorusse.
Già la scorsa settimana, 430 iracheni sono tornati a casa da Minsk. La maggior parte dei cittadini iracheni rimpatriati si identifica come curdi iracheni.