Speranze per la Lambeth Conference
05 novembre 2021
L’arcivescovo di Canterbury ha condiviso in un articolo riflessioni e speranze per la 15a Lambeth Conference che si terrà nell’estate del 2022
In un articolo presente sul sito dedicato, Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, ha condiviso riflessioni e speranze per la 15a Lambeth Conference che si terrà nell’estate del 2022. «Il viaggio verso la Lambeth Conference è iniziato con l’ascolto. Durante il 2021, i vescovi di tutta la Comunione anglicana, infatti, si sono incontrati online per discutere e considerare insieme come essere “la Chiesa di Dio per il mondo di Dio” nel XXI secolo». La seconda fase del viaggio che porterà alla 15a Conferenza, che inizierà il 27 luglio e si concluderà il 7 agosto del 2022, invece sarà incentrata sul “camminare insieme”; la terza si concentrerà sul “testimoniare insieme” e comporterà un lavoro di follow-up online per i due anni successivi.
L’evento del prossimo anno sarà la prima conferenza di Lambeth dal 2008. Il normale ciclo di dieci anni avrebbe previsto che la conferenza si svolgesse nel 2018, ma dopo un’ampia consultazione è stato riconosciuto che, alla luce di alcune questioni divisive interne, sarebbe stato prematuro tenere una conferenza. Di conseguenza, l’evento è stato riprogrammata per il 2020. Poi, a causa della pandemia di COVID-19, la Conferenza di Lambeth è stata nuovamente rinviata al 2022.
Facendo riferimento alle questioni interne alla vita della Comunione anglicana, Welby scrive: «Cercheremo di trovare una via d’uscita sulle questioni che ci hanno diviso per così tanto tempo sul matrimonio, la sessualità e le relazioni. È improbabile che avremo un’unica intesa comune. Siamo una comunione globale con più di 2000 lingue e visioni così profondamente radicate e forse diverse di ciò che è giusto e sbagliato, sia culturalmente sia nella nostra comprensione della Bibbia. Ma questo è ciò che contraddistingue la Chiesa come diversa. Siamo chiamati a trovare il modo di continuare a stare insieme, sapendo che ci apparteniamo gli uni agli altri e obbedendo al comandamento di Gesù di amarci, e dove siamo in disaccordo, di esserlo in maniera corretta».
L’evento si svolgerà in presenza a Canterbury nel 2022, con il rispetto delle relative misure di sicurezza anti-COVID-19. «È nostra speranza e preghiera – prosegue Welby nell’articolo – che quante più persone possano unirsi a noi. Incontrarsi di persona sarà il modo più fruttuoso per costruire relazioni e discutere temi importanti nella nostra vita come Comunione anglicana».
«Dati i cambiamenti in corso nei requisiti di viaggio e di quarantena, e tenute conto delle sfide relative ad un’equa distribuzione dei vaccini in tutto il mondo, potrebbe essere ancora difficile per alcuni vescovi raggiungere il Regno Unito il prossimo anno. Quindi, anche il team di pianificazione della Conferenza sta lavorando per rendere disponibili online alcune parti dell’evento. Viene fatto ogni sforzo per unire le persone e ascoltare tutte le voci allo stesso modo», conclude l’arcivescovo.
Riflettendo infine sul compito affidato ai testimoni della buona novella di Gesù Cristo, l’arcivescovo Welby afferma: «Viviamo in un mondo in cui le pressioni sulla Chiesa aumentano di anno in anno e il numero dei martiri moderni in luoghi come la Nigeria, il Pakistan, l’Iraq e molti altri paesi, continua a crescere di giorno in giorno. Questo è un mondo in cui il numero dei conflitti locali è aumentato. Nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, ci sono più di 170 milizie che stuprano, depredano, torturano e uccidono in vaste aree di campagna. Molti altri paesi nel mondo affrontano grandi conflitti, sofferenze, paure e violenze.
Riunire i vescovi – molti dei quali provenienti da questi Paesi sofferenti – è riunire coloro che conoscono il costo della chiamata al ministero episcopale e portano il peso della leadership di servizio. Troveremo grande conforto e sostegno se condivideremo insieme: non siamo né dimenticati né soli. Riceveremo nuova resilienza, nuova visione, ristoro e gioia quando incontreremo il Dio che ci incontra in Gesù Cristo mediante la potenza dello Spirito Santo».