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Il Cec: più scuola e educazione per tutti

Il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Ioan Sauca, affronta il tema dell’educazione in occasione dell’incontro tenutosi in Vaticano in vista del Global compact of education

In occasione dell’incontro ospitato dal dicastero per l’Educazione Cattolica tenutosi due giorni fa (il 5 ottobre) il segretario generale (facente funzione) del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Ioan Sauca, ha incontrato i rappresentanti delle religioni per affrontare le principali sfide per l’educazione nel mondo di oggi.

Scopo dell’incontro era quello di gettare le basi per una futura alleanza educativa (Global Compact on Education).

Sauca, ha sottolineato il fatto che Gesù Cristo «è Egli stesso un modello da seguire per gli educatori, grazie alla sua presenza amorevole e risanatrice. Vediamo spesso -prosegue il segretario - molta enfasi dedicata al tema dell’educazione anche all’interno di altre comunità di fede. Invitare non solo le tradizioni cristiane ma tutte le fedi viventi a unirsi in questa alleanza educativa è un passo non solo opportuno, ma necessario», ha affermato il segretario generale del Cec sottolineando altresì «la necessità di un impegno comune per costruire e intensificare le relazioni umane che fondano le loro radici sulla dignità, la solidarietà e la cura per il Creato. I sette impegni del Global Compact on Education  - ha proseguito Sauca - sono dunque delle ottime indicazioni per intraprendere la via più giusta».

L’educazione «è una dimensione della vita comunitaria e i governi devono riconoscere il diritto a un’istruzione adeguata a tutte e tutti e fornire l’equipaggiamento necessario alle future generazioni per intraprendere responsabilmente la vita adulta nella società e nella famiglia umana nella quale vivono e si confrontano», ha affermato Sauca.

«Ciò richiede un’educazione olistica, un’educazione che sostenga lo sviluppo dell’intera personalità attraverso dimensioni fisiche, intellettuali, morali, sociali e spirituali e infine che vi possa essere un pieno riconoscimento della diversità culturale e religiosa, come una preziosa e arricchente possibilità».

L’istruzione deve saper poi incoraggiare il dialogo tra culture e religioni, ha concluso Sauca «con prospettive interdisciplinari: sociali, economiche, ecologiche e legate allo sviluppo. Troppo spesso, invece - lamenta Sauca -, i governi investono poco nell’istruzione nonostante le democrazie, che si dichiarano tali e avanzate, abbiano l’obbligo di estendere e sostenere l’istruzione per tutti. Il Cec, con le sue chiese e i suoi partner e membri, dunque, è pronto ad accompagnare l’iniziativa del Global Compact on Education».

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