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Giuria ecumenica di Cannes: the winner is...

I giurati ecumenici, fra loro il pastore Peter Ciaccio della chiesa di Trieste, hanno premiato "Drive my car" del giapponese Ryusuke Hamaguchi

Dopo 11 giorni di intenso lavoro, di proiezioni, conferenze, incontri, seminari, la giuria ecumenica del Festival cinematografico di Cannes ha scelto il proprio personale vincitore.

I giurati, fra loro il pastore Peter Ciaccio delle chiese valdesi e metodiste in Italia, collaboratore anche del nostro giornale Riforma, hanno voluto premiare il film “Drive my car” del regista giapponese Ryusuke Hamaguchi, adattamento del racconto omonimo del celebre scrittore Haruki Murakami

La motivazione è la seguente: «Per la meditazione poetica sul potere curativo dell'arte e della parola, attraverso un lungo viaggio verso il perdono e l'accettazione. Questo film trasmette con forza un messaggio universale: come superare le barriere comunicative dovute a convenzioni, classi sociali, nazionalità e disabilità».

La giuria ecumenica ha anche voluto offrire una menzione speciale al lavoro del regista finlandese Juho KuosmanenHytti n. 6” «Per il tenero sguardo puntato sull'incontro tra due feriti, che non avrebbero avuto altrimenti alcuna itnenzione o interesse a conoscersi. È camminando più lontano del previsto uno grazie all'altro che supereranno la loro solitudine reciproca».

Dal 1974, una giuria ecumenica è invitata dal Festival di Cannes a presentare un premio per un film della competizione ufficiale. SIGNIS e INTERFILM, associazioni culturali cinematografiche rispettivamente cattolica e protestante, nominano una giuria ecumenica composta da sei membri di diverse culture e paesi. Tali giurati, rinnovati ogni anno, sono competenti nel campo del cinema in quanto giornalisti, critici, teologi, ricercatori, insegnanti. Sono membri di una delle chiese cristiane e sono aperti al dialogo interreligioso. Si incontrano in vari momenti durante il Festival, analizzano, commentano i film e deliberano in modo indipendente.

La giuria ecumenica offre uno sguardo speciale ai film. Distingue opere con qualità sia artistiche che umane che sondano la profondità dell'anima e la complessità del mondo, evidenziando giustizia, dignità umana, rispetto per l'ambiente, pace, solidarietà, riconciliazione ... valori del Vangelo ampiamente condivisi in tutte le culture. Nelle sue scelte, la giuria ecumenica è aperta alle diversità culturali, sociali e religiose.

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