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Regno Unito. Più compassione e rispetto nel nuovo piano per l’immigrazione

È quanto chiedono oltre 80 organizzazioni cristiane e leader religiosi in una dichiarazione inviata al Ministero dell’Interno britannico

Il 10 maggio scorso è stata pubblicata una dichiarazione firmata da più di 80 organizzazioni cristiane e leader di altre fedi nella quale si chiede al Ministero dell’Interno di inserire i principi di compassione e di rispetto della dignità umana nel Nuovo piano governativo per l’immigrazione (NPFI) del Regno Unito.

«Come coalizione di gruppi di fede cristiana e leader di fede riuniti dalla St Vincent de Paul Society (Inghilterra e Galles), riteniamo che queste proposte manchino di umanità e di rispetto per la dignità umana», inizia la dichiarazione. «Riteniamo che sarebbe sbagliato creare un sistema nel quale il modo in cui le persone entrano nel Regno Unito influenzasse il modo in cui viene elaborata la loro richiesta di asilo e lo status che potrebbero ricevere».

«Molte persone costrette a fuggire dalle proprie case in circostanze disperate – prosegue la dichiarazione – non hanno altra scelta che attraversare i confini in modo irregolare per raggiungere un rifugio sicuro; penalizzarli per questo significa abbandonare il principio stesso della protezione internazionale. Le azioni per criminalizzare e penalizzare l’ingresso irregolare nel Regno Unito stabilite nel NPFI significano che sarà effettivamente impossibile per la maggior parte delle persone chiedere asilo nel Regno Unito perché le vie sicure e legali per chiedere asilo nel Regno Unito sono estremamente limitate e non potrebbero mai essere messe a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno. Non possiamo ignorare la loro situazione e ridurla a un atto statistico di burocrazia».

Il documento – tra i firmatari ci sono anche il Joint Public Issues Team, Jubilee+, Welcome Churches, l’Esercito della salvezza, la Rete asilo e rifugiati dei Quaccheri, UK Welcomes Refugees, l’Unione battista della Gran Bretagna e la Chiesa libera unita di Scozia ricorda che la Gran Bretagna ha una lunga storia di accoglienza di persone provenienti da tutto il mondo. «Le persone che sono arrivate nelle nostre comunità attraverso il sistema di asilo – si legge – sono nostri vicini, membri delle nostre congregazioni e membri stimati dei nostri quartieri. Dobbiamo riconoscere i nostri interessi comuni di famiglia, comunità e fede e abbracciare la diversità che rende le nostre comunità dinamiche e vibranti. Chiediamo il rifiuto dell’ostilità nei confronti delle persone in cerca di asilo e la fine delle misure punitive rivolte alle persone che cercano rifugio nel nostro paese».

I firmatari affermano di accogliere con favore l’impegno del Governo per il reinsediamento attraverso il Nuovo programma di reinsediamento del Regno Unito (UKRS) e di attendiere con impazienza gli obiettivi di reinsediamento previsti per i prossimi anni, «ma questo non deve essere a scapito di un sistema di asilo che offra protezione a chi ne ha bisogno».

Il documento si conclude con l’esortazione rivolta al ministro degli Interni «ad inserire i principi di accoglienza, protezione e integrazione nelle politiche del governo. Dobbiamo trattare gli individui e le famiglie che cercano rifugio sulle nostre coste come nostri fratelli e sorelle e membri stimati delle nostre comunità. Il modo in cui rispondiamo a chi è nel bisogno ha profonde implicazioni su chi siamo come società. Riconoscere i nostri obblighi verso coloro che cercano rifugio è fondamentale per costruire una nazione giusta e fiorente».

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