20 anni di Carta Œcumenica, un culto on line il 22 aprile
08 aprile 2021
L'importante documento a firma protestante e cattolica per promuovere la crescente cooperazione in Europa venne varato a Strasburgo nel 2001
Per celebrare il 20° anniversario della Charta Œcumenica - Linee guida per la crescente cooperazione tra le Chiese in Europa, la Conferenza delle Chiese europee (Kek) insieme al Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) terranno un culto ecumenico online il 22 aprile 2021 dalle ore 19:00 alle 20:30. Il culto si svolgerà sotto il tema "Siate allegri nella speranza, pazienti nella sofferenza, perseveranti nella preghiera", ispirato al testo biblico di Romani 12:12.
La Kek e la Ccee invitano tutte le chiese e i partner ecumenici a partecipare alla celebrazione.
Per partecipare al servizio ecumenico è necessario registrarsi qui.
La Charta Œcumenica è un importante documento firmato a Strasburgo dai presidenti delle due organizzazioni nel 2001, che cerca di preservare e sviluppare la fratellanza tra le chiese europee.
Nell'ambito delle celebrazioni della Charta, Kek e Ccee pubblicheranno a metà aprile un libretto di temi, contenente il programma della giornata, nonché riflessioni ecumeniche sulle linee guida. Il libretto è destinato alle chiese da utilizzare durante tutto l'anno. L'opuscolo sarà disponibile per il download gratuito sui siti web Kek (www.ceceurope.org) e Ccee in inglese, francese, tedesco e italiano.
L'attuale fase del processo di valutazione è un documento preparato per l'Assemblea di Novi Sad del 2018. È il risultato di un processo avviato dalla Kek nel 2017 per valutare la ricezione delle linee guida per la crescente cooperazione tra le chiese in Europa. La Kek ha condotto questo studio per valutare l'impatto della Charta Œcumenica sulla vita delle chiese, rivolgendosi in particolare alle Chiese membro, ai Consigli nazionali delle Chiese e alle organizzazioni in partenariato.
Come ricordava il pastore Giuseppe Platone in un articolo su Riforma «Si concretizzò una vasta elaborazione collettiva spinta dalla fiducia nell’esercizio ecumenico. Ma ci vollero ben quattro anni di studio e di confronti, prima di arrivare alla fatidica firma della Carta Ecumenica a Strasburgo il 22 aprile del 2001. Nella foto ufficiale della firma comparivano il metropolita Jeremie, allora presidente della Kek, e il cardinale Miloslav Vlk, presidente del Cce.
Nei giorni della firma convennero a Strasburgo da tutt’Europa non solo i leader delle chiese ma anche un centinaio di giovani. Nell’aula universitaria, in cui venne solennemente firmata questa Magna Charta dell’ecumenismo europeo, erano stati disposti ben venticinque tavoli di consultazione (una sorta di stati generali dell’ecumenismo europeo), e intorno a essi sedevano i responsabili (uomini e donne di ogni età) di chiese diverse.
Il varo della Carta a Strasburgo diede anche vita a un incontro intergenerazionale con forte accento sulla componente giovanile. Il punto di forza della Carta è certamente l’indicazione di una strada che attraversa la Parola biblica, nutrimento inesauribile delle relazioni tra cristiani di confessioni diverse. In quegli anni era presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia il giurista valdese Gianni Long (scomparso nel 2014) che commentò così, a Strasburgo, il varo del nuovo documento: «Con la Charta Oecumenica le tre grandi “famiglie” cristiane europee hanno affermato una serie di cose importantissime: hanno riconosciuto insieme il diritto di libertà religiosa dei singoli e delle altre confessioni, anche delle cosiddette “sette”; hanno insieme ripudiato il nazionalismo e il razzismo; hanno insieme riconosciuto che uno speciale rapporto comunitario li lega agli ebrei e contemporaneamente aperto all’Islam. Si tratta di affermazioni fondamentali; e a Strasburgo ho potuto verificare che talune di queste affermazioni sono tutt’altro che pacifiche all’interno di molte chiese. la Carta è una grande sfida per il futuro e non solo la registrazione di cose su cui l’accordo c’è da tempo».
Qui il testo della Carta Ecumenica in inglese, in francese e in tedesco.