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Turchia. Protesta delle donne: No al ritiro dalla Convenzione di Istanbul

Anche la Federazione delle donne evangeliche in Italia aderisce all'appello della “Mor Çatı Women’s Shelter Foundation”, contro il ritiro della Turchia dalla Convenzione contro la violenza sulle donne

La Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) aderisce all’appello della “Mor Çatı Women’s Shelter Foundation”. Si tratta dell’appello contro il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

«Ci rifiutiamo di ritirarci dalla Convenzione di Istanbul!» scrivono le donne.

In migliaia sono scese in piazza a Istanbul, a Kadikoy e in altre città per protestare contro la decisione del governo di Recep Tayyip Erdogan. Due giorni fa il governo ha ritirato la Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, con un decreto presidenziale.

Il trattato è stato firmato proprio a Istanbul nel 2011. Da allora è stato ratificato da oltre 30 Paesi. Obiettivo della Convenzione è il contrasto alla violenza contro le donne. Dalla violenza domestica e coniugale, agli abusi, alle mutilazioni genitali.

Molte le critiche sollevate da questa decisione, sia in Turchia che nel mondo. «Un enorme passo indietro che compromette la protezione delle donne in Turchia, in Europa e altrove.», ha detto la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buricha.

La Turchia si è ritirata dall’obbligo di prevenire la violenza maschile contro le donne. L’appello, firmato dalla Fdei insieme ad altre associazioni femminili e femministe, afferma: «La solidarietà fra le donne continuerà».

La Turchia è stato il primo paese a ratificare la Convenzione nel 2011.

«Ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul – si legge nell’appello – significa annullare la promessa data di combattere la violenza contro le donne sulla scena internazionale. Nonché non riconoscere gli obblighi dello Stato nella lotta alla violenza maschile e condannare le donne alla violenza. La violenza maschile è universale e politica. In Turchia e in tutto il mondo, combattere la violenza contro le donne è possibile solo prevenendo la violenza, senza alcun pretesto o discriminazione, proteggendo le donne dalla violenza, punendo gli autori e con politiche integrate contro la violenza. Le culture e le tradizioni dei paesi non possono essere una scusa per la violenza contro le donne. Nessun valore può essere superiore alla sicurezza della vita delle donne e al dovere dello Stato di proteggere i propri cittadini in ogni circostanza. Tutto ciò è stato ignorato».

Nel denunciare il mancato rispetto delle leggi e della Convenzione, le donne fanno riferimento anche ali attacchi ai diritti delle donne, che aumentano ogni anno.

«Non accettiamo che lo Stato rinunci al suo obbligo di proteggere dalla violenza tutte le donne, LGBTI + e i bambini! – conclude l’appello -. Come donne, non ci arrendiamo e non rinunciamo alle conquiste che abbiamo ottenuto attraverso la nostra lotta di anni, né a combattere per le nostre vite, né alla solidarietà».

La “Mor Çatı Women’s Shelter Foundation” è un’organizzazione femminista fondata nel 1990, da sempre impegnata nelle lotte per l’affermazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle donne in Turchia.

Leggi qui il testo completo in lingua inglese.

 

Foto tratta da en.morcati.org.tr

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