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Francia, Clavairoly: «Riaffermare il ruolo dei culti: la fraternità»

Intervista con il presidente della Federazione protestante di Francia, pastore François Clavairoly, a partire dalla discussa norma "contro il separatismo" religioso e islamico in particolare

Tratto da Nev - Notizie Evangeliche

La legge contro il fondamentalismo islamico voluta dal presidente Emmanuel Macron, in Francia chiamata contro il “separatismo” religioso, preoccupa ed interroga tutte le confessioni religiose. Ne abbiamo parlato con François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (FPF), a partire dal discusso progetto di legge che il Senato francese prenderà in esame dal prossimo 30 marzo. Il presidente dei protestanti, come avevamo spiegato in quest’articolo, insieme a Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese, e al metropolita (ortodosso) Emmanuel Adamakis, ha recentemente firmato una lettera in cui si criticano alcuni aspetti della nuova normativa “per il rispetto dei principi della Repubblica”. Per i rappresentanti cristiani, il testo rischia di penalizzare tutte le chiese, le associazioni e le comunità religiose.

Anzi tutto, ci può spiegare la ratio di questo progetto di legge? Di cosa si tratta?

«Da diversi anni l’intelligence segnala associazioni di obbedienza musulmana dove gli insegnamenti dati sono in contraddizione con i principi repubblicani. Ad esempio, vi sono spazi in cui l’insegnamento a giovani e ragazzi, di fede musulmana, in arabo, mette in discussione la democrazia, la repubblica e i principi dell’educazione nazionale. O altri gruppi in cui la parità di genere è esplicitamente rifiutata. Infine, c’è la descolarizzazione: insegnamenti che non sono nemmeno inquadrati nella legge che vengono impartiti in clandestinità, a casa, al di fuori di ogni regolamentazione. Bambini, minorenni, che vengono ritirati dalle scuole, anche primarie, e ricevono un insegnamento sostitutivo a quello della repubblica.
Ecco tre esempi, concreti e documentati, di minacce dirette al rispetto della repubblica. Si tratta di giovani, di una generazione che sarà educata in un clima di odio verso la repubblica, di odio della democrazia e dell’Europa – è un problema che non riguarda solo la Francia, senza dubbio. Quindi è assolutamente necessario lottare contro questo “separatismo”. Anche come protestanti siamo molto attaccati alla libertà, alla Repubblica e alla legge e dunque molto vigili contro queste pratiche fondamentaliste. Non mettiamo in discussione il principio generale della legge, quindi, perchè i pericoli sono reali. Ma ci interroghiamo rispetto allo stato d’animo nel quale questa legge è discussa e su un certo numero di disposizioni concernenti direttamente la vita dei culti in Francia».

Alla recente lettera congiunta su Le Figaro ha replicato il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, dicendo che la legge “non minaccia in alcun modo la libertà di religione”. Che ne pensa? Avete ottenuto dei risultati con questa presa di posizione?

«Se avesse detto altro sarebbe stato molto grave, come dire…Tuttavia il ministro non ha risposto alle domande che gli abbiamo posto. Noi vediamo una serie di nuovi vincoli per la vita dell’associazione cultuale, così detta “1905” (dall’anno in cui fu istituita la separazione fra chiesa e stato, con il testo fondatore della laicità, ndr): l’entrata nell’autonomia interna dei culti da parte dell’amministrazione, un controllo generale dei fondi provenienti dall’estero e delle sanzioni estese per i responsabili delle associazioni. Questi punti ci interrogano perchè le associazioni di culto sono per lo più formate da protestanti ed ebrei, quindi cittadini, francesi o stranieri poco importa, che non sono per nulla “separatisti”. Al presidente del Senato e al presidente dell’Assemblea nazionale, ho chiesto dunque il perchè di questa volontà, considerato che le associazioni musulmane non fanno parte della 1905, sono inquadrate secondo la  legge del 1901, la legge d’associazione “classica”. Mi è stato risposto: “perchè anticipiamo i tempi, presto i musulmani rientreranno nella legge del 1905”. Questo progetto di legge ha allora due obiettivi, il primo è lottare contro il fondamentalismo e noi siamo totalmente d’accordo. Ma il secondo scopo è fare in modo che i musulmani lascino la legge d’associazione classica e vadano verso la 1905. Quindi si vuole rendere attraente, interessante, lo statuto del 1905. Ma, secondo noi, con tutti questi controlli da parte dello Stato, la 1905 si “svuota”. Non a caso, ad esempio, la grande moschea di Parigi, la più importante di tutto il Paese, secondo quanto dichiarato dal suo rettore, ha già detto che non passerà sotto la 1905».

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