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Clavairoly incontra il nuovo premier francese per parlare di Covid, migranti, nuova legge sul "separatismo"

Incontro fra il presidente della Federazione protestante di Francia e Jean Castex: «Con la crisi sanitaria non si sente quasi più parlare di accoglienza»

François Clavairoly, pastore e presidente della Fpf, la Federazione protestante di Francia, ha incontrato il neo  primo ministro transalpino Jean Castex. Vari punti all'ordine del giorno fra cui la discussione  sulla futura legge sul separatismo.

Clavairoly è stato invitato all'Hôtel de Matignon per incontrare per la prima volta il suo nuovo inquilino, Jean Castex (nominato dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron il 3 luglio scorso). Un uomo «caloroso, fraterno, aperto a tutti i soggetti e che conosce il protestantesimo», secondo il presidente della Federazione protestante di Francia.

La loro chiacchierata è iniziata con la crisi Covid. «Il Primo Ministro ha insistito sulla massima cautela per le persone over 65 che desiderano partecipare al culto o alle riunioni della chiesa. Mi ha assicurato che non si trattava di misure restrittive nazionali, ma forse a livello locale». I due uomini hanno convenuto che la crisi aggraverà le disuguaglianze.

Il discorso principale di questo incontro è stata la preparazione della futura legge sul separatismo. «Ho espresso la mia perplessità proprio sul termine separatismo, che non mi sembra appropriato», ha detto il pastore. Il riferimento è a una delle novità proposte dal presidente Macron che l’ha così descritta: «Separatismo è quando in nome di una religione si sceglie di non seguire più in maniera prioritaria le norme della nostra Repubblica. Come non potrei accettare che vi siano stigmatizzazioni nei confronti di chiunque per la propria personale fede religiosa, allo stesso modo non posso accettare che in nome di certe credenze ci sia chi pensi di poter derogare dalle norme dello Stato». Il mirino appare regolato sul mondo musulmano, come sottolineato a lungo dalla stampa nazionale e da vari osservatori.

Aspetto caro alla Fpf, il progetto in gestazione «non interesserà i punti cardinali della legge del 1905» secondo quanto comunicato dal premier. Per il governo si tratta di rispondere a vividi interrogativi posti da comportamenti che mettono in discussione i fondamenti della Repubblica e la laicità. Il presidente Clavairoly ha ottenuto l'assicurazione della consultazione con i leader religiosi, che saranno ricevuti, senza dubbio, alla fine dell'anno, prima della presentazione al Consiglio dei ministri del disegno di legge». Per ora il disegno di legge «non è sufficientemente chiaro» perché il leader protestante lo possa commentare nel merito. D'altra parte, è certo che «questa norma non risolverà tutte le questioni: la difficoltà di convivere, di garantire giustizia e uguaglianza sociale, di permettere l'integrazione. Tutto ciò che indebolisce la Repubblica».

Tra gli altri punti, i due uomini hanno sollevato il futuro voto per l'autodeterminazione in Nuova Caledonia (4 ottobre) e l'accoglienza degli stranieri. «Ho sfidato con forza il Primo Ministro su questo fascicolo. Con la crisi sanitaria, non si sente quasi più parlare di disponibilità all'accoglienza». L'inquilino di Matignon ha risposto che per la prossima settimana era previsto un incontro con attori associativi impegnati in questo campo, come l’organizzazione di matrice protestante La Cimade.

«Attento e vigile! al termine di questo primo contatto, François Clavairoly ha ricordato al suo ospite che «se la Repubblica è laica, la società non lo è». «Sono a vostra disposizione per continuare questo dialogo», ha risposto il Primo Ministro.

 

Nella foto di Pietro Romeo François Clavairoly ospite al sinodo delle chiese valdesi e metodiste del 2019

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